Tabaccologi: sigarette meno dannose? Solo operazioni commerciali

Tabaccologi: sigarette meno dannose? Solo operazioni commerciali

“Il nostro messaggio ai medici e agli operatori della salute, per una posizione chiara e precisa, è questo: l’uso di tabacco e di nicotina è dannoso in qualunque forma“. E’ il senso della lettera aperta al ministro Lorenzin che la Società Italiana di Tabaccologia ha promosso e a cui hanno aderito finora tutte le più importanti società scientifiche europee e circa 100 esperti italiani, ricercatori e clinici dei Centri Antifumo.

L’iniziativa prende il via dalle nuove campagne che vedono in questi giorni le multinazionali produttrici di sigarette impegnate, in Italia e in Europa, “a far passare l’idea che le “nuove forme” del consumo di tabacco siano meno pericolose e perciò vadano sostenute con una tassazione bassa. Sono state le proposte avanzate al Global Tobacco and Nicotine Forum tenutosi nei mesi scorsi a Bruxelles e al Workshop della European House-Ambrosetti, a Roma.

Posizioni che trovano una dura opposizione da parte degli esperti, che ribadiscono “che il fumo di sigaretta è la prima causa di morte evitabile in Occidente, ma questo non giustifica l’informazione superficiale sulle “alternative meno dannose””.
“Le multinazionali – ha dichiarato Biagio Tinghino, presidente della Società Italiana di Tabaccologia – non pensano alla riduzione del danno, ma all’aumento dei profitti. Profitti che rischiano di sfuggire se la gente smette di fumare, così le industrie immettono sul mercato forme diverse di consumo, capaci di conquistare le fette di mercato dei giovani e di quanti sarebbero motivati a farla finita con le sigarette”.

Sulla base degli studi finora disponibili, la Società Italiana di Tabaccologia si esprime in modo molto prudente sulla cosiddetta harm reduction. “Il punto – spiega – è che bisogna distinguere le strategie di cura dalle comunicazioni date alla popolazione generale, ciò che decide lo specialista nel suo ambulatorio da ciò che si può consigliare in modo generico alla gente. I vaporizzatori, noti come “sigarette elettroniche”, sono generalmente meno dannosi delle sigarette tradizionali e possono costituire un ausilio nelle mani di specialisti, per il trattamento del tabagismo. Ma la questione della loro diffusione generale è ancora controversa, dal momento che il loro uso non ha fatto diminuire, dati alla mano, la prevalenza di fumatori in Italia. E’ aumentato invece il fenomeno dei fumatori duali, che usano i vaporizzatori e fumano sigarette.
Secondo uno studio recente pubblicato su The Lancet, questo comportamento avrebbe ostacolato la decisione di compiere il passo definitivo verso l’astensione. A ciò si aggiunga il fatto che molti giovani che non hanno mai acceso una sigaretta si avvicinano al mondo del tabacco attraverso le sigarette elettroniche, pensando che non facciano poi così male”.

Tutti i prodotti contenenti nicotina inducono dipendenza e rappresentano una via di accesso alle sigarette tradizionali. Se la riduzione del danno può dunque essere una strategia terapeutica (per chi già fuma), non può certo costituire un messaggio commerciale per la popolazione generale”.