Tagli ai vitalizi per i deputati, colpiti soprattutto i più anziani

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Tagli ai vitalizi. Arrivata oggi la delibera per i tagli ai vitalizi per i deputati, il provvedimento colpirà soprattutto gli ex deputati più anziani, mentre quelli con molti anni di anzianità sugli scranni della Camera non subiranno grandi tagli.

La delibera ricalcola i vitalizi per gli ex parlamentari ed è stata presentata dal presidente della Camera Roberto Fico all’Ufficio di Presidenza di Montecitorio. La Camera dovrebbe approvarla entro il 13 luglio, il risparmio previsto si aggira intorno ai 40 milioni annui.

Di tutt’altro avviso rispetto a Fico la presidente del Senato Elisabetta Caselalti  che ha chiesto che si arrivi a “soluzioni condivise” nei due rami del Parlamento.

Tagli ai vitalizi per Luigi Di Maio “Un giorno storico”

Luigi Di Maio e tutto il movimento cinque stelle esulta: “E’ un giorno storico”, dice. “E’ una giornata storica, per 6 anni ci hanno detto che non fosse possibile, e noi lo abbiamo portato in tre settimane e lo approviamo in altre 2 settimane”.

I vitalizi sono stati aboliti nel 2012, ma quelli già assegnati non erano stati ancora toccati, ed erano finora calcolati con un sistema che avvantaggiava i deputati con meno legislature. Il ministro ha poi parlato delle pensioni d’oro e del reddito di cittadinanza: “Va fatto subito”.

Cosa cambierà

Chi ha lasciato molti anni fa ed è assai anziano avrà l’assegno decurtato dell’85%. Il presidente dell’Associazione degli ex parlamentari Antonello Falomi ha citato i casi di quattro over 90, che passeranno da 4725 euro a 677-737.

La delibera ha però fissato in 980 euro il vitalizio minimo. Per 517 ex deputati il taglio sarà tra il 50 e l’80% del vitalizio, per 610 tra il 20 e il 50%, per un centinaio di entità inferiore o addirittura nulla.

Queste cifre sono all’origine delle perplessità della presidente del Senato Casellati: “Si incide sullo status di persone che oggi possono avere anche un’età rilevante che si troveranno improvvisamente ad avere uno stipendio inferiore al reddito di cittadinanza”. Dubbi anche sulla retroattività e sulla disparità tra Camera e Senato.

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