Telescopio più grande del mondo: tecnologia (quasi tutta) italiana
Sta per iniziare la costruzione del telescopio ottico più grande del mondo, destinato a cercare al di fuori del Sistema Solare i pianeti in grado di ospitare la vita. Sarà uno dei giganti dell’astronomia costruiti sulle Ande cilene dall’Osservatorio Europeo Australe (Eso).
Il suo nome è Elt
Si chiamerà Elt, acronimo che sta per ‘telescopio estremamente grande’ (European Extremely Large Telescope). Elt è già noto come “il più grande occhio del mondo rivolto al cielo”: un nome più che meritato, considerando che, con il suo specchio dal diametro di 39 metri, è almeno dieci volte più grande degli attuali telescopi più potenti: un primato che parla anche italiano.
Tecnologia italiana
L’Italia contribuisce infatti in modo importante a questa vera e propria impresa dell’astronomia sia con la sua ricerca, attraverso l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), sia con la tecnologia, grazie al contratto da 400 milioni di euro firmato tra l’Eso e il consorzio di aziende italiane ACe, composto da Astaldi, Cimolai ed EIE come subcontraente.
Si tratta di un progetto molto ambizioso a cui l’Italia partecipa in modo fattivo sia con il forte coinvolgimento scientifico dell’Istituto nazionale di astrofisica, sia dal punto di vista industriale.
“L’Elt è un’infrastruttura scientifica di proporzioni gigantesche, il telescopio più grande e ambizioso al mondo”, ha detto il presidente dell’Inaf, Nicolò D’Amico.
“L’intero progetto contiene tantissima imprenditorialità sviluppata all’interno del nostro Istituto di Astrofisica – ha spiegato – per esempio lo stesso cuore pulsante di questo telescopio, il modulo Maori, è stato progettato dal nostro istituto. Quandi diciamo che siamo in prima linea ed è oggetto di soddisfazione”.
Caratteristiche
Si tratta della più grande commessa mai assegnata per un progetto di astronomia dalla Terra. La cupola avrà un diametro di 80 metri completamente rotante. Costo del progetto circa 1,1 miliardi di euro. Il gigantesco telescopio, che dovrebbe essere operativo entro il 2025, si avvale di un sistema ottico complesso, composto da 5 specchi, che non è mai stato impiegato prima. Sospeso a testa in giù al di sopra dello specchio primario da 39 metri, lo specchio secondario che sarà il più grande mai utilizzato in un telescopio e il più grande specchio convesso mai prodotto. I due specchi formano un sistema adattivo autonomo che permetterà di produrre immagini sorprendentemente nitide.