Terrorismo a Genova, estremista islamico pronto a immolarsi per l’Isis

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Terrorismo a Genova. Identificato un estremista islamico ritenuto pericoloso nell’ambito di un operazione chiamata “Over the Web”. La Digos di Genova e il Servizio Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Esterno della Dcpp/Ucigos ritengono di aver individuato e neutralizzato a Genova un estremista marocchino pronto a mobilitarsi per la causa dello Stato Islamico.

L’indagine è culminata con l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del capoluogo ligure nei confronti di Nabil Benamir, 39 anni, marocchino, per «appartenenza all’organizzazione terroristica dello Stato Islamico (art. 270 bis c.p.)».

L’individuazione nel nostro Paese dell’estremista marocchino è giunta all’inizio del mese di agosto, quando un equipaggio della Volante soccorse a Genova una ragazza incinta, poi rivelatasi la compagna del BENAMIR, vittima della violenza cieca dello straniero, dopo poco arrestato dalla Polizia.

Il provvedimento della magistratura ligure giunge all’esito dell’analisi della memoria dello smartphone e dei dati a lui riferibili sulle reti sociali che hanno corroborato le iniziali acquisizioni di intelligence ed evidenziato l’elevato livello di pericolosità raggiunto dal Benamir.

Insieme ad istruzioni per azionare ordigni esplosivi con vecchi cellulari, uno dei quali in suo possesso, sono stati infatti rinvenuti video di azioni suicide e “testamenti” di attentatori prima di immolarsi, oltre a tracce di comunicazioni effettuate tramite WhatsApp, che lasciano supporre l’esistenza di un “mandato” che l’indagato avrebbe dovuto assolvere in Italia.

Benamir è già da alcuni mesi detenuto nel carcere di Genova per i reati di lesioni dolose e maltrattamenti nei confronti della sua ex compagna, questa nuova imputazione è la risultante del lavoro di un network investigativo internazionale, nel cui contesto gli uffici antiterrorismo della Polizia di Stato hanno raccordato i contributi dell’Aisi, della Polizia olandese, di Europol e dell’Fbi statunitense.

Terrorismo a Genova: pronto ad agire per conto dell’Isis

Sembra che l’uomo avesse ricevuto la ‘chiamata’  e fosse pronto ad agire: ritenuto pronto a immolarsi per l’Isis. L’uomo, in carcere da agosto con l’accusa di maltrattamenti, stando alle indagini era in attesa di ricevere istruzioni per azioni operative da compiere. Nabil – emerge dalle carte – scrive alla ‘sorella Farah’: “Ha chiamato il chiamante… devo andare al lavoro… Parliamo un’altra volta. Inshallah, che Dio allunghi la mia età e il mio destino. Prega per me per la Shahada e che accetti il mio lavoro…”.

Frasi a cui la sorella rispondeva preoccupata: “Specificami di cosa stai parlando… O Dio … ma di che lavoro si tratta?”. Secondo il giudice, la locuzione “ha chiamato il Chiamante” riprende la Sura coranica Al Imran versetto 139. In ambito radical-fondamentalista l’uso di questi termini è rivolto a quelle persone che “stanno per incontrare Dio” e viene pronunciato all’indirizzo di jihadisti e martiri. “Tali conversazioni – scrive il giudice – si saldano in maniera inquietante con il “bando di arruolamento” tra le file dello Stato Islamico rinvenuto nella memoria cache del telefono”.

Secondo l’accusa, Benhamir sarebbe un “esponente di rilievo” dell’Isis ritornato in Europa “con l’obiettivo di addestrare altri membri dello Stato Islamico alla fabbricazione e all’utilizzo di esplosivi”.

Istruzione per trasformare cellulari in ordigni

Nelle perquisizioni, oltre a istruzioni per azionare ordigni esplosivi con vecchi cellulari, uno dei quali in suo possesso, sono stati infatti trovati video di azioni suicide e ‘testamenti’ di attentatori prima di immolarsi oltre a tracce di comunicazioni effettuate tramite WhatsApp che lasciano supporre l’esistenza di un ‘mandato’ che l’indagato avrebbe dovuto assolvere in Italia.
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Sul telefono del marocchino gli investigatori hanno trovato video di decapitazioni e istruzioni per fabbricare bombe e cinture esplosive, per l’uso di armi e per l’utilizzazione del telefono cellulare come detonatore, e il “bando di arruolamento” per l’Isis. Benamir faceva parte di gruppi chiusi su WhatsApp e Telegram, in cui condivideva materiale di propaganda per Daesh: uno di questi gruppi si chiama “I Lupi Solitari” ed è di soli 8 membri.

Gli agenti della Digos sono riusciti a recuperare anche foto di telefoni cellulari con schemi elettrici di manipolazione dei circuiti interni da usare come innesco per ordigni esplosivi e relative indicazioni d’uso in lingua araba.

 

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