Terrorismo, l’aggressore della stazione di Milano è italiano

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L’aggressore della stazione centrale di Milano è un italiano. Si chiama Ismail Tommaso Hosni, è nato a Milano e ha passaporto italiano. Non è un immigrato, com’era stato ipotizzato inizialmente da alcuni organi di informazione. Il ventenne ha ferito gravemente un agente ed un militare con un coltello, poi è stato arrestato. È confermato si trattasse di un atto di terrorismo.

Le prime ricostruzioni parlano di uno sbandato, di un simil barbone con precedenti da criminale comune. Da Facebook, si è scoperto che Ismail è un fanatico religioso e inneggia all’Isis. Un italiano radicalizzato, un problema che ora diventa tangibile. È stato accusato di tentato omicidio e terrorismo internazionale. Il 24 settembre, Hosni aveva postato un video di Youtube di una sfilata di milizani dell’Isis, scrivendo: “È il più bell’inno dell’Isis che abbia mai sentito”. Il 6 maggio, poi, un altro filmato di incappucciati che davano alle fiamme una città.

Al momento dell’arresto, aveva detto alla polizia: “Sono solo e abbandonato”. Un ragazzo abbandonato a sé stesso, che forse sarebbe dovuto essere stato seguito meglio nella sua crescita. Ora, nasce più di un dubbio sull’affidabilità dei controlli informatici in rete e dei filtri antiterrorismo su Facebook, che avrebbero dovuto segnalare fin da subito gli inni all’Isis del giovane sul social network. Le tecnologie di Open source intelligence sono in grado di monitorare l’intero flusso di parole chiave a stampo terroristico, ma l’Italia non le usa perché il costo è eccessivo.

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