The Edge of Seventeen, un’adolescenza 2.0
17 anni (e come uscirne vivi) o The Edge of Seventeen è un film del 2016 scritto e diretto da Kelly Fremon Craig che debutta come regista.
La pellicola è stata presentata in anteprima e con grande successo al Toronto Film Festival il 16 settembre dello scorso anno e distrubuito nelle sale statunitensi il 18 novembre 2016, mentre in quelle italiane il 30 marzo 2017.
L’esordio come regista di Kelly Fremon Craig si conferma un’operazione di abilità sapientemente scritta, brillante nel tratteggiare i caratteri dei personaggi e situazioni che altrimenti sarebbero state una copia dell’ormai trito e ritrito genere teen-movie hollywoodiano.
Il film rientra perfettamente nella commedia adolescenziale americana, rinnovandola e unendo l’anima pop anni ‘80 (Breakfast club, Un compleanno da ricordare, etc), con uno spirito indie più recente (Juno, Noi siamo infinito).
I riferimenti quindi, sono quelli classici come le prime volte, i tormenti di un’adolescente sfigata, l’amica del cuore, il fratello super popolare che spopola, il difficile rapporto col mondo adulto (genitori in prima fila). Tutto questo viene affiancato da una visione di un cinema più indipendente e moderno, che tratta temi come l’anima dissacrante e volgare della protagonista, il sarcasmo, la famiglia disfunzionale.
Nadine (Hailee Steinfeld) è una ragazzina con manie suicida dalla grande ironia e che vive l’odio profondo verso il fratello, Dorian, che spopola tra le ragazze rubandole la migliore amica (“Al mondo ci sono due tipi di persone: i vincenti come mio fratello e quelli come me che sperano che i primi muoiano”). Nadine però non è sola, e stringe un rapporto sicero e vero con un professore iperturbabile e caustico (Woody Harrelson) che accoglierà tutti i suoi deliranti sproloqui, rielaborandoli con grande ironia.
Ecco che Nadine è l’outsider di turno, sempre con le sue minigonne colorate e le immancabili converse che risulta essere sempre ombrosa e grottesca. Affronterà tutte le fasi dell’adolescenza: autocommiserazione, indisponenza verso chiunque non si allinei con lei, l’eterna messa in discussione di sé, fino alla creazione finalmente di una sua chiara identità.
L’interpretazione di Hailee Steinfeld è illuminante, tanto da portarla a una nomination ai Golden Globes.
Questo film dà la possibilità di far una grande riflessione su sé stessi. Nel momento in cui la protagonista subisce l’esterno senza considerare il suo posto e la sua importanza, lasciandosi trasportare dall’influenza degli altri, mi fa venire in mente una frase di Einstein “Se vuoi una vita felice, legala ad uno scopo, non a persone o avvenimenti”.