Torino, barricato in casa minaccia strage in diretta Facebook
Un uomo in evidente stato di agitazione è barricato da circa due giorni nella sua casa, alla periferia nord di Torino. Si tratta di Ferdinando Urzini, 52enne commerciante calabrese. L’uomo ha iniziato a lanciare oggetti, arredamenti ed elettrodomestici dal bancone del suo alloggio, al quinto piano di un palazzo di via Borgaro. In strada è finito anche il suo acquario con i pesci. Ha ripreso e trasmesso tutto in diretta Facebook.
L’allarme era scattato intorno alle 12 quando un vicino di casa aveva sentito il trambusto provenire dall’appartamento al piano di sotto. L’uomo aveva chiamato il 112 sapendo che l’inquilino possiede una pistola.
Stando a quanto raccontato dai vicini di casa, la scorsa notte l’uomo, che fino a ieri era regolarmente al lavoro, ha dato in escandescenze, prendendo a martellate le pareti di casa: quasi tutto, in casa, è stato distrutto, come si può vedere dalle immagini girate nelle varie dirette Facebook.
Lunghe trattative
I carabinieri stanno cercando di fare desistere l’uomo dai suoi intenti. I vigili del fuoco hanno posizionato il materasso gonfiabile in caso l’uomo, che si è più volte arrampicato sul balcone, si lanci nel vuoto. Nella diretta Facebook, con migliaia di visualizzazioni, ha ripreso un oggetto appoggiato sul letto che sembrerebbe una pistola. L’uomo, oltre a lanciare oggetti ed elettrodomestici dal balcone, minaccia di sparare, a se stesso e agli altri. La strada intorno al palazzo, alla periferia nord di Torino, resta bloccata e l’area è delimitata.
Contro la porta d’ingresso dell’appartamento ha ammassato sedie, tavoli e altre suppellettili. L’intera casa è stata messa sottosopra. Il commerciante ha anche lanciato dal balcone documenti, videocassette, mobili, e persino una persiana che ha divelto.
I motivi del gesto
Il 52enne, sarebbe divorziato da un paio d’anni e avrebbe problemi economici, un debito di ventimila euro con le banche, urla frasi sconnesse contro la mafia e ipotetici persecutori. Neanche i familiari, sono riusciti a farlo ragionare. Inutile anche il tentativo dei sanitari del 118 di intervenire con un tso. Dopo alcune ore di tregua nella notte l’assedio venerdì mattina è ricominciato. “Qua non entra nessuno se non viene l’esercito”, ha scritto in un post, l’uomo sostiene di essere minacciato “da una banda di mafiosi”.
“Faccio nomi e cognomi, voglio parlare con i giornalisti”, dice puntando la telecamera prima all’interno dell’appartamento al quinto piano completamente a soqquadro e poi in strada dove ci sono i carabinieri e i vigili del fuoco. “Da casa mia non mi potete sparare!” urla in diretta dal suo cellulare. Chiede di parenti e del fratello ma che cosa voglia in realtà è poco chiaro.