L’11esimo anniversario del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 è una delle più grandi tragedie marittime nel Mediterraneo. L’imbarcazione partì da Misurata con migranti africani, specialmente da Eritrea ed Etiopia, diretta verso Lampedusa. I motori si bloccarono vicino all’Isola dei Conigli, scatenando il panico e facendo affondare la nave. 368 persone morirono e 155 furono salvate. L’evento suscitò indignazione e portò all’operazione ‘Mare nostrum’. I migranti pagarono circa 3mila dollari per il viaggio, trasformatosi in tragedia.
Proprio oggi si ricorda l’11° anniversario del naufragio di Lampedusa avvenuto il 3 ottobre 2013, considerato una delle peggiori tragedie marittime mai registrate nel Mediterraneo. L’imbarcazione partì da Misurata il 1° ottobre con a bordo migranti provenienti da varie parti dell’Africa, principalmente dall’Eritrea ed Etiopia, diretta verso l’isolotto al largo della Sicilia. Purtroppo, già dopo lo sbarco si verificarono problemi al motore.
Il 3 ottobre 2013, poco distante da Lampedusa, i motori si fermarono improvvisamente mentre la nave si trovava vicino all’Isola dei Conigli. L’assistente del capitano decise di appiccare fuoco a uno straccio per chiedere aiuto, scatenando il panico tra i migranti che si spostarono su un lato dell’imbarcazione causandone il naufragio.
In pochi minuti pescatori e navigatori notarono il naufragio, soccorrendo i sopravvissuti e lanciando l’allarme alla Guardia Costiera. Purtroppo, il bilancio finale registrò 368 vittime accertate e circa 20 dispersi, mentre i superstiti furono 155.
Il naufragio scatenò un’ondata di indignazione e portò alla creazione dell’operazione di pattugliamento dei mari siciliani ‘Mare Nostrum’. Le indagini successivamente rivelarono che ogni migrante a bordo aveva pagato circa 3mila dollari per un viaggio che si trasformò in una tragedia.
Proprio oggi ricorre l’11esimo anniversario del naufragio Lampedusa del 3 ottobre 2013, considerato una delle più gravi catastrofi marittime mai registrate nel Mediterraneo. L’impietoso bilancio di vittime e dispersi ha lasciato un segno indelebile nella cronaca e nella politica italiana. La tragedia ebbe origine da un’imbarcazione per migranti partita il primo ottobre dal porto di Misurata, con a bordo persone provenienti da diverse parti dell’Africa, in particolare dall’Eritrea ed Etiopia.
Il 3 ottobre 2013, la nave si trovava vicino a Lampedusa, precisamente all’altezza dell’Isola dei Conigli, quando i motori si bloccarono improvvisamente. L’assistente del cosiddetto capitano decise di dare fuoco a uno straccio per attirare l’attenzione, ma ciò generò il panico tra i migranti che si spostarono tutti da un lato dell’imbarcazione. Questo fece sì che la nave iniziasse a girare su se stessa prima di affondare irrimediabilmente.
In pochi minuti, pescatori e navigatori notarono il naufragio e iniziarono a soccorrere i naufraghi. Nonostante l’intervento delle autorità non sia stato immediato, furono recuperati circa 200 cadaveri inizialmente. Il bilancio finale parlò di 368 vittime accertate e circa 20 dispersi, mentre i superstiti furono 155.
Il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 causò un’ovvia indignazione collettiva. L’allora presidente del Consiglio Letta avviò l’operazione di pattugliamento dei mari siciliani con ‘Mare nostrum’. Dalle indagini successive emerse che ognuno dei migranti pagò circa 3mila dollari per un viaggio che si trasformò in tragedia.
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