Tre strategie per contrastare l’eccessivo turismo: come agire per il cambiamento

Tre strategie per contrastare l’eccessivo turismo: come agire per il cambiamento

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L’estate 2023 ha visto l’emergere del problema dell’overtourism, con sovraffollamento turistico in città come Venezia, la Cinque Terre e Bologna. L’eccesso di turisti minaccia gli equilibri sociali, culturali ed economici delle destinazioni, aumentando l’insofferenza delle comunità locali. L’Italia presenta una distribuzione disomogenea dei flussi turistici, concentrati principalmente in sei province. È necessario gestire questi flussi in modo efficace, riducendo l’overtourism e creando valore economico, sociale e culturale. Le azioni da intraprendere includivano la definizione di un modello di gestione del turismo, l’istituzione di un centro studi nazionale e la valorizzazione del turismo rurale ed enogastronomico. Il cambiamento è possibile solo attraverso un approccio sistemico e innovativo.

Il fenomeno dell’overtourism e le sue implicazioni in Italia

L’estate attuale ha portato alla luce il problema dell’overtourism, un termine inglese che descrive il sovraffollamento turistico che sta mettendo a rischio gli equilibri socio-culturali ed economici di molte destinazioni, sia italiane che internazionali. Dall’affollamento a Venezia e alle Cinque Terre al recente caso di Bologna sollevato dal New York Times, i segnali di allerta sono evidenti.

I dati ufficiali mostrano una distribuzione disomogenea dei flussi turistici in Italia, con il 48,1% degli arrivi stranieri concentrati in sole sei province. Questo fenomeno non è nuovo, ma negli ultimi anni si è visto un progressivo spostamento dei turisti su più regioni e mesi dell’anno, contribuendo a contenere il picco di turismo interno in agosto.

Per affrontare l’overtourism e garantire un turismo sostenibile, è necessario un cambiamento nel modo in cui le destinazioni turistiche sono gestite. Questo potrebbe includere l’istituzione di un albo dei destination manager, un centro studi nazionale dedicato all’analisi del fenomeno e la valorizzazione del turismo rurale e dell’enogastronomia per redistribuire i flussi turistici.

Attraverso interventi mirati e sistematici, è possibile guidare i turisti verso destinazioni meno affollate e creare uno sviluppo turistico equilibrato che contribuisca non solo all’economia, ma anche al benessere delle comunità locali e alla conservazione delle risorse culturali e ambientali del Paese.

Il fenomeno dell’overtourism: problemi e possibili soluzioni

L’estate del 2023 ha visto un aumento significativo del sovraffollamento turistico in molte destinazioni italiane e internazionali, portando all’emergere del termine overtourism nel nostro vocabolario. Questo fenomeno mette a rischio gli equilibri sociali, culturali ed economici delle località coinvolte, causando insofferenza nelle comunità locali, perdita di residenti e problemi legati alla qualità dei servizi turistici offerti. Tuttavia, i dati ufficiali mostrano che il turismo in Italia ha una distribuzione disomogenea, con il 48,1% degli arrivi turistici stranieri concentrati in sole sei province.

Una possibile soluzione per affrontare il problema dell’overtourism è la definizione di un modello di gestione del turismo più efficace e omogeneo su scala nazionale. La creazione di un albo dei destination manager potrebbe garantire una maggiore professionalità e competenza nella gestione delle destinazioni turistiche, contribuendo a ridurre gli effetti negativi del turismo di massa e a promuovere uno sviluppo sostenibile del settore.

Un’altra azione fondamentale potrebbe essere l’istituzione di un centro studi nazionale dedicato all’analisi approfondita del fenomeno dell’overtourism. Questo centro potrebbe mappare gli indicatori chiave, valutare la capacità di carico delle diverse destinazioni turistiche e proporre soluzioni concrete ai decisori politici. Inoltre, potrebbe fungere da punto di raccordo con i territori, facilitando lo scambio di informazioni e la diffusione delle migliori pratiche nel settore.

Infine, è importante incentivare lo sviluppo del turismo rurale e dell’enogastronomia come strumenti per bilanciare i flussi turistici tra città e campagna. Un piano strategico nazionale per l’enoturismo potrebbe contribuire a valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano e a creare nuove opportunità per il settore turistico. Inoltre, è fondamentale ripensare la promozione e l’informazione turistica, per favorire la scoperta di destinazioni meno conosciute e valorizzare il fascino dei piccoli borghi dell’entroterra italiano.

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