Trump in Arabia Saudita: appello contro terrorismo e accordo su armi
Si è conclusa la visita di stato del presidente Donald Trump in Arabia Saudita. Il discorso del presidnete nella sala delle conferenze al King Abdulaziz Center, nel cuore del potere saudita, parla di un’America che non vuole «insegnare agli altri come si vive» ma unire le forze fra le tre fedi monoteiste, mettere insieme i valori comuni, e «spazzare via» una volta per tutte la minaccia del terrorismo e dell’estremismo.
Sconfiggere il terrorismo
I Paesi musulmani, con l’aiuto degli Stati Uniti, sapranno sconfiggere il nemico comune, il terrorismo, mai accostato alla parola «islamico». Non si tratta, è il punto forte del discorso, di «una battaglia tra fedi diverse, ma tra criminali che vogliono cancellare la vita umana e persone di tutte le religioni che cercano di proteggerla: è una lotta tra il bene e il male». E il viaggio del presidente nei luoghi santi delle tre fedi abramitiche, Arabia, Gerusalemme, Vaticano, è lì a testimoniarlo.
Trump sottolinea che il 90 per cento delle vittime del terrorismo sono musulmane e che spetta alle nazioni del Medio Oriente sconfiggere l’estremismo. Dobbiamo «restare uniti contro l’uccisione di musulmani innocenti, l’oppressione delle donne, la persecuzione degli ebrei e il massacro dei cristiani», insiste. Ma i leader religiosi devono lanciare un messaggio chiaro: «La barbarie non vi porterà nessuna gloria, l’accondiscendenza al male non vi porterà nessuna dignità. Se scegliete la via del terrore, la vostra vita sarà vuota, la vostra vita sarà breve e la vostra anima sarà condannata».
Accordo su armi e servizi militari
Gli Stati Uniti venderanno inoltre armi e servizi militari all’Arabia Saudita per un totale di 110 miliardi di dollari. Lo ha annunciato un funzionario della Casa Bianca, ripreso dall’emittente satellitare “al Arabiya”, poco dopo l’arrivo del presidente statunitense Donald Trump a Riad. L’affare, ha riferito la fonte, servirà a rafforzare la sicurezza nella regione del Golfo Persico e a contrastare le minacce dell’Iran e del terrorismo internazionale. Trump, insieme alla first lady Melania, è stato ricevuto questa mattina da re Salman dopo essere atterrato all’aeroporto di re Khalid a Riad. Dopo una breve cerimonia, il convoglio si è spostato alla corte reale, dove Trump è stato insignito del Collare di Abdelaziz al Saud, la più alta onorificenza civile in Arabia Saudita.
Dopo aver avuto il primo colloquio con Salman, il capo della Casa Bianca dovrebbe incontrare i due eredi al trono saudita prima di tenere un atteso discorso sull’Islam ai leader dei paesi musulmani, in programma domani. L’accordo in materia di difesa fa parte di una serie d’intese che verranno annunciate nel corso della visita. Nelle scorse ore, la Aramco ha fatto sapere di aver siglato 16 accordi con 11 aziende statunitensi per 50 miliardi di dollari; la General Electric ha invece firmato accordi e protocolli d’intesa per un importo complessivo di 15 miliardi di dollari.
Accuse all’Iran
Trump accusa Teheran di alimentare «il fuoco dei conflitti settari», dal Libano allo Yemen, e di aver causato la tragedia «inimmaginabile» della Siria. Elogia i Paesi del Golfo per aver messo Hezbollah nella lista delle organizzazioni terroristiche. Il regime iraniano, insiste, deve essere isolato, non la popolazione. L’Arabia Saudita, è invece indicata come esempio di tolleranza, convivenza. Un esempio per la nazioni musulmane che «devono decidere che genere di futuro vogliono per se stesse e i propri bambini». Washington, ha assicurato, «non interferirà, ma cercherà riforme graduali. Laddove possibile». La dottrina del realismo: «Insieme non possiamo fallire».
Non sono venuto qui a darvi lezioni, non sono io a dirvi come dovete vivere. Ma occorre una coalizione internazionale contro il terrorismo. Le nazioni del Medio Oriente non possono aspettare che sia l’America a sconfiggerlo. Dovete battere voi questo nemico che uccide in nome della fede”. E’ l’atteso discorso di Donald Trump sull’Islam. Lo pronuncia a Riad davanti ai leader del Gulf Cooperation Council (Gcc) che riunisce gli Stati del Golfo Persico con l’ovvia eccezione del nemico Iran.