Trump fa marcia indietro: decreto per ricongiungere bimbi ai genitori

Trump fa marcia indietro: decreto per ricongiungere bimbi ai genitori

Trump fa marcia indietro. Il presidente ha firmato il decreto esecutivo per tenere insieme le famiglie dei migranti clandestini. Dopo la mobilitazione mondiale dalla Silicon Valley a star come Bruce Springsteen e Bono Vox, dai repubblicani agli evangelici sino a Theresa May fino alla condanna del Papa contro una politica «immorale», Donald Trump cede e fa retromarcia.

Trump ha twittato “Vogliamo “cuore” e sicurezza in America!”. Alla fine quindi l’appello di Melania ha fatto centro, la first lady avrebbe lavorato dietro le quinte per spingere il marito ad agire.

Trump fa marcia indietro: firmato un decreto esecutivo

Il disegno di legge prevede lo stop alla divisione delle famiglie, il finanziamento del muro e un percorso per dare la cittadinanza a circa 1,8 milioni di “dreamers”, i figli di immigranti irregolari arrivati nel Paese quando erano minorenni.

In un mese e mezzo sono stati più di 2.300 i bambini separati dai loro genitori dopo l’ingresso illegale dal Messico negli Usa.

L’ordine esecutivo di Trump chiede al Dipartimento della sicurezza nazionale di tenere insieme le famiglie e al Dipartimento della difesa di ospitarle in proprie casette perché molte strutture detentive sono al completo.

“Vogliamo sicurezza per il nostro Paese”, ha sottolineato Trump dopo l’ondata di critiche alla sua linea di ‘tolleranza zero’ contro i migranti, “ma allo stesso tempo abbiamo compassione, vogliamo tenere le famiglie unite. È molto importante”.

Un modo per sedare una protesta dilagante contro un dramma che non paga in termini elettorali, come confermano i sondaggi.

 

Resta ferma però l’altra decisione che ha destato scandalo, quella comunicata dal segretario di Stato Usa Mike Pompeo e dell’ambasciatrice americana all’Onu Nikki Haley: gli Stati Uniti abbandonano il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Trump già da mesi aveva minacciato l’addio degli Usa, come già accaduto per l’Unesco nell’ottobre del 2017.

 

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