Trump, il piano dei primi 100 giorni (senza il muro)

Trump svela il programma dei suoi primi 100 giorni. Gli americani che l’hanno votato attendevano il muro al confine con il Messico, ma al momento non rientra più nei piani del nuovo inquilino della Casa Bianca.

Il presidente degli Usa  ha “lanciato” sui social un video di 2 minuti e 38 secondi per illustrare il suo programma di governo. Tra le priorità, secondo quanto detto nel video, oltre alla frenata sul muro non c’è neanche l’abolizione del programma sanitario di Obama. I passi principali riguardano la revisione della politica dei visti, per reprimere gli abusi subiti dai lavoratori americani. Trump annuncia che gli Stati Uniti non faranno più parte del Tpp, l’accordo transpacifico: “E’ un disastro per i nostri interessi nazionali”.

Non mancano le accuse. Trump si scaglia contro la stampa, definita “corrotta”. I media accusano il presidente di sfruttare la sua nuova posizione presidenziale per gestire dall’alto i propri affari personali. Come, ad esempio, il blocco ai lavori varato per il progetto di energia eolica che avrebbe “minacciato” i campi da golf di sua proprietà in Scozia, grazie all’appoggio a Londra dell’euroscettico Nigel Farage. Il leader non smentisce nulla ed anzi replica: “Tutti sapevano i miei interessi personali prima del voto. Solo la stampa ne fa uno scandalo”.

Il capo dell’Ukip (United Kingdom Indipendence Party), Nigel Farage, in virtù dell’amicizia che li lega, spinge il presidente Usa a chiedere via Twitter al governo britannico di nominarlo ambasciatore del Regno Unito a Washington. Trump ha cinguettato: “Farage farebbe un ottimo lavoro”. Non si è fatta attendere la risposta della Bbc: “Non c’è alcun posto vacante”.

Secondo un sondaggio del “Morning Consult”, la popolarità del nuovo inquilino della Casa Bianca sarebbe aumentata a dismisura dopo l’elezione. Il 46% della popolazione avente diritto al voro ne ha ora un’opinione favorevole, il 12% sfavorevole e il 34% molto negativa. L’appoggio al miliardario americano è aumentato, quindi, del 9% rispetto ai sondaggi pre-votazione.