Trump sfida l’intelligence: “Stiamo piazzando i nostri uomini”

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Nella giornata di ieri, il presidente americano Donald Trump ha convocato una conferenza stampa. Conscio del fatto che la sua presidenza si stia già sgretolando, il numero uno della Casa Bianca ha dato la colpa alla vecchia amministrazione. “Ho ereditato un macello che stiamo aggiustando”, ha detto.

Prima la bocciatura al suo “Muslim ban”, poi le dimissioni di Flynn e di Puzder. Trump ha deciso che era arrivato il momento di esporsi: “Voglio rivolgermi direttamente al popolo, che poi è quello che mi ha fatto vincere le elezioni. Stiamo preparando un nuovo decreto, scritto su misura per rispondere alle critiche rivolte dai tribunali al bando, verrà pubblicato la settimana prossima. Flynn non aveva fatto nulla di male. Non gli avevo ordinato di parlare con l’ambasciatore russo, ma se non l’avesse fatto di sua iniziativa glielo avrei chiesto io, perché questo è il suo lavoro. È stato, però, colpevole di non aver detto tutta la verità al mio vice Pence e questo era inaccettabile”.

Poi, il magnate americano ha parlato del suo rapporto con Putin e la Russia: “Io non ho prestiti, affari o amicizie in Russia. Con Putin ho parlato due volte. Penso che se i rapporti con Mosca migliorassero, sarebbe meglio per tutti: anche Hillary ci aveva provato col “reset”, ma aveva fallito. Se però non sarà possibile andare d’accordo, nessuno sarà più duro di me con il Cremlino”.

Il presidente americano continua nella sua guerra contro i media e l’intelligence, accusati di remare contro di lui: “Presto finiranno, perché stiamo piazzando i nostri uomini. Abbiamo Pompeo alla Cia, Coats direttore nazionale dell’intelligence, e Comey all’Fbi”.

 

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