Trump sulle accuse di Comey: “Pronto a testimoniare sotto giuramento”
Donald Trump passa al contrattacca e respinge una ad una le accuse lanciategli dall’ex capo dell’Fbi James Comey, si dice anche pronto a testimoniare sotto giuramento.
Le accuse di Comey
James Comey, nell’audizione davanti alla commissione intelligence del Senato Usa ha denunciato bugie e diffamazione ai suoi danni da parte dell’amministrazione. Trum come di consueto ha risposto con un tweet. “Nonostante così tante false dichiarazioni e bugie, totale e completa discolpa”.
“Non c’è alcun dubbio che la Russia abbia interferito nelle elezioni americane” ha aggiunto l’ex capo dell’Fbi. “Ma ho fiducia che nessun voto sia stato alterato”, ha concluso.
Lo stesso Trump ha avanzato l’ipotesi che proprio Comey fosse un leaker”, dove per leaker si intendono i responsabili delle fughe di notizie, insomma le gole profonde.
Il legale personale del presidente presenterà intanto denuncia a carico dell’ex capo dell’Fbi.
Non si arresta l’indagine sul Russiagate
La commissione Intelligence della Camera, che sta indagando sul Russiagate, ha chiesto formalmente alla casa Bianca che vengano consegnati eventuali nastri delle registrazioni degli incontri e delle telefonate tra il presidente Donald Trump e l’ex direttore dell’Fbi, James Comey. La Commissione ha inoltre in programma di interrogare Jared Kushner, genero e consigliere alla Casa Bianca del presidente Donald Trump. L’audizione dovrebbe avvenire a fine giugno o ai primi di luglio. La data sara’ fissata nei prossimi giorni.
Trump ha fatto intedere che ci siano delle registrazioni dei 6 incontri e delle 3 telefonate che ha avuto con Comey. Nastri che dimostrerebbero chi tra i due ha detto la verità.
Pronto a testimoniare sotto giuramento
Donald Trump si è detto pronto “al 100%” a dare la sua versione dei fatti sotto giuramento, smentendo di aver mai chiesto fedeltà all’allora capo dell’Fbi James Comey e di aver auspicato che lasciasse cadere l’indagine sull’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn nel Russiagate.