Tumore ai polmoni, trovato un farmaco che offre speranze

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Arriva una speranza dalla ricerca nella lotta contro il tumore ai polmoni. Si tratta dell’immunoterapia per un nuovo approccio terapeutico. Per la prima volta dopo 40 anni, un anticorpo monoclonale in grado di potenziare il sistema immunitario nella lotta contro il tumore del polmone entra in terapia come ‘farmaco di prima linea’ (e in certi casi anche di seconda linea), andando oltre la chemioterapia.

Il pembrolizumab

Il pembrolizumab, è stato approvato il 18 maggio dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e ora si aspetta che venga pubblicato dalla ‘Gazzetta ufficiale’. Le indicazioni Aifa per utilizzare il farmaco come primo approccio al paziente con tumore del polmone richiedono che sia un ‘carcinoma polmonare metastatico non a piccole cellule in cui i tumori esprimano alti livelli del recettore PD-L1’. Quest’ultimo rende inattivi i linfociti T specifici e blocca la risposta del sistema immunitario contro il tumore. Il farmaco pembrolizumab ha inibisce i recettori PD-L1 e il sistema immunitario può aggredire il tumore.

Lo studio e la sperimentazione

Lo studio sulla cura del tumore al polmone che ha condotto all’approvazione della molecola in prima linea (su oltre 300 persone) ha dimostrato che a un anno il 70% dei pazienti trattati con pembrolizumab è vivo, rispetto a circa il 50% di quelli trattati con chemioterapia. Inoltre sono stai osservati un 40% di riduzione del rischio di morte e un 50% di riduzione del rischio di progressione della malattia ed e’ risultata triplicata la sopravvivenza libera da progressione della malattia che, a un anno, raggiunge il 48% rispetto al 15% con chemioterapia.

È stato dimostrato infatti che pembrolizumab è più efficace della chemioterapia quando la proteina PD-L1 e’ espressa a livelli elevati, in misura uguale o superiore al 50% della cellule tumorali. Ma il nuovo farmaco rappresenta una importante opzione anche in seconda linea, su pazienti cioè che sono già stati trattati con chemioterapia, a condizione che il loro tumore esprima livelli di PD-L1 uguali o superiori all’1%.

 

Questo nuovo approccio ha permesso di modificare, dopo più di 40 anni, lo standard di cura nel tumore del polmone in stadio avanzato in prima linea, finora rappresentato unicamente dalla chemioterapia.

Biomarcatori

Per massimizzare i benefici di questo approccio nel trattamento del tumore del polmone diventa fondamentale eseguire, già al momento della diagnosi, tutti i biomarker test specifici per quella tipologia tumorale: solo una corretta identificazione e selezione dei pazienti, infatti, permette di assicurare loro la strategia terapeutica più appropriata in base al tipo di tumore che li ha colpiti.

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