Tumore al colon: terapia a intermittenza per una vita più lunga e minori effetti collaterali – Scopri il funzionamento

Tumore al colon: terapia a intermittenza per una vita più lunga e minori effetti collaterali – Scopri il funzionamento

Una nuova cura per il tumore al colon-retto metastatico associa un anticorpo anti-EGFR alla chemioterapia, migliorando la qualità di vita e aumentando la sopravvivenza libera da malattia. Il trattamento, basato su uno studio italiano presentato all’Asco di Chicago, consente una somministrazione intermittente dell’anticorpo monoclonale Panitumumab, riducendo gli effetti collaterali e gli accessi ospedalieri. I sintomi del tumore al colon-retto includono sangue nelle feci, alterazioni intestinali e perdita di peso. L’incidenza del tumore è in aumento tra i giovani, con previsioni di un ulteriore incremento entro il 2030.

Nuova terapia per il tumore al colon-retto metastatico: risultati promettenti

Per i pazienti affetti da tumore al colon-retto metastatico si potrebbe allungare e migliorare la qualità della vita grazie a una nuova cura, che associa un anticorpo anti-EGFR alla chemioterapia. Vediamo come funziona.

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La nuova terapia

La cura viene somministrata non più secondo posologia standard, ma a seconda dei casi, a intermittenza, associando un anticorpo anti-EGFR alla chemioterapia.

Ma cosa comporta questa nuova terapia? Innanzitutto, meno effetti collaterali, meno accessi in ospedale, migliore qualità della vita. La sopravvivenza libera da malattia invece si allunga a 17 mesi, rispetto agli 11 del trattamento standard, in quanto, nel momento in cui la cura viene interrotta, le cellule tumorali non fanno in tempo ad adattarsi al farmaco e, quindi, sviluppano più tardi la resistenza. Con “sopravvivenza libera da malattia” si intende l’indicatore di guarigione che varia da tumore a tumore, e rappresenta la “soglia” oltre la quale si può intendere il recupero del paziente avvenuto.

Già presentato all’Asco di Chicago questo studio tutto italiano e coordinato dall’Istituto dei tumori di Napoli, è ora online (https://ascopubs.org/doi/10.1200/JCO.24.00979), così si chiama lo studio, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista della società americana di Oncologia Clinica (Journal of Clinical Oncology), entrando così di fatto nelle sacre scritture della ricerca scientifica.

Il lavoro nasce al Pascale ed è coordinato da Antonio Avallone direttore dell’Unità Sperimentale e Clinica Addome, in collaborazione con altre strutture dell’Istituto ed è cofirmato da Alfredo Budillon ultimo autore e responsabile degli studi traslazionali associati, con il coinvolgimento di altri 14 centri italiani.

Lo studio, ancora in fase 2, ha evidenziato che una nuova strategia terapeutica di somministrazione dell’anticorpo monoclonale Panitumumab, che blocca il recettore EGFR, somministrato insieme alla chemioterapia con una modalità intermittente in pazienti con tumore del colon-retto metastatico non operabile (130 pazienti) e assenza di alterazioni dei geni RAS e BRAF, riduce gli effetti collaterali di tossicità cutanea e gli accessi ospedalieri del paziente, migliorando la sopravvivenza libera da malattia rispetto alla modalità classica di somministrazione continua.

Sintomi del tumore al colon

Come ricorda l’ISS, i principali disturbi (sintomi) legati al tumore al colon-retto sono: presenza di sangue nelle feci, alterazione della motilità intestinale, costipazione o diarrea, perdita di peso senza causa apparente, dolore localizzato all’addome, gonfiore addominale, meteorismo e stanchezza.

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Si tratta di un tumore la cui incidenza è in aumento soprattutto tra i giovani. I dati hanno mostrato che il tasso di casi tra le persone di età compresa tra 20 e 34 anni è aumentato del 40% tra il 2010 e il 2020. E si prevede che aumenteranno del 90% entro il 2030.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Novembre 2024, 11:04

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Nuova terapia per il tumore al colon-retto metastatico: anticorpo anti-EGFR e chemioterapia

Per i pazienti affetti da tumore al colon-retto metastatico si potrebbe allungare e migliorare la qualità della vita grazie a una nuova cura, che associa un anticorpo anti-EGFR alla chemioterapia. Vediamo come funziona.

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La cura viene somministrata non più secondo posologia standard, ma a seconda dei casi, a intermittenza, associando un anticorpo anti-EGFR alla chemioterapia.

Ma cosa comporta questa nuova terapia? Innanzitutto, meno effetti collaterali, meno accessi in ospedale, migliore qualità della vita. La sopravvivenza libera da malattia invece si allunga a 17 mesi, rispetto agli 11 del trattamento standard, in quanto, nel momento in cui la cura viene interrotta, le cellule tumorali non fanno in tempo ad adattarsi al farmaco e, quindi, sviluppano più tardi la resistenza. Con “sopravvivenza libera da malattia” si intende l’indicatore di guarigione che varia da tumore a tumore, e rappresenta la “soglia” oltre la quale si può intendere il recupero del paziente avvenuto.

Il lavoro nasce al Pascale ed è coordinato da Antonio Avallone direttore dell’Unità Sperimentale e Clinica Addome, in collaborazione con altre strutture dell’Istituto ed è cofirmato da Alfredo Budillon ultimo autore e responsabile degli studi traslazionali associati, con il coinvolgimento di altri 14 centri italiani.

Sintomi del tumore al colon e aumento tra i giovani

Come ricorda l’ISS, i principali disturbi (sintomi) legati al tumore al colon-retto sono: presenza di sangue nelle feci, alterazione della motilità intestinale, costipazione o diarrea, perdita di peso senza causa apparente, dolore localizzato all’addome, gonfiore addominale, meteorismo e stanchezza.

Si tratta di un tumore la cui incidenza è in aumento soprattutto tra i giovani. I dati hanno mostrato che il tasso di casi tra le persone di età compresa tra 20 e 34 anni è aumentato del 40% tra il 2010 e il 2020. E si prevede che aumenteranno del 90% entro il 2030.

Già presentato all’Asco di Chicago questo studio tutto italiano e coordinato dall’Istituto dei tumori di Napoli è ora online. Il lavoro ha evidenziato che una nuova strategia terapeutica di somministrazione dell’anticorpo monoclonale Panitumumab, che blocca il recettore EGFR, somministrato insieme alla chemioterapia con una modalità intermittente in pazienti con tumore del colon-retto metastatico non operabile e assenza di alterazioni dei geni RAS e BRAF, riduce gli effetti collaterali di tossicità cutanea e gli accessi ospedalieri del paziente, migliorando la sopravvivenza libera da malattia rispetto alla modalità classica di somministrazione continua.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Novembre 2024, 11:04

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