Tunisia tra proteste e saccheggi: esercito arresta 300 manifestanti
Tunisia tra proteste e saccheggi. Non si arrestano anzi dilagano le proteste contro il carovita in Tunisia, tornata in piazza a 7 anni dall’inizio della “primavera”. Quella appena trascorsa è stata la terza notte consecutiva di violenze che ha coinvolto gran parte delle città del Paese, con un bilancio di 328 arresti e 21 poliziotti feriti. A Siliana i manifestanti hanno lanciato sassi e bottiglie molotov contro la polizia e hanno cercato di fare irruzione in un tribunale nel centro della città.
Tunisia tra proteste e saccheggi: l’impiego dell’esercito per sedare la rivolta
La polizia ha lanciato gas lacrimogeni, riferisce l’emittente televisiva francese BFMTV. Gli scontri si sono ripetuti a Kasserine, dove manifestanti giovanissimi sotto i 20 anni tentano di bloccare strade bruciando pneumatici e lanciano sassi contro le forze di sicurezza.
Il portavoce ha aggiunto che gruppi di violenti hanno dato alle fiamme il distretto della sicurezza nazionale e il domicilio di un agente a Thala, nel governatorato di Kasserine. Decine di manifestanti sono scesi in piazza a Tebourba, 30 km a ovest di Tunisi, dove già martedì si erano verificati disordini al funerale dell’uomo morto lunedì nella prima notte di scontri.
Il vice direttore operativo della distribuzione francese del gruppo Carrefour, Mohamed Baccouche, ha denunciato che martedì un supermercato alla periferia sud di Tunisi è stato saccheggiato da giovani che hanno rubato denaro e generi alimentari.
Anche qui, lanci di lacrimogeni della polizia, secondo quanto riferito da testimoni. Secondo alcuni media locali, scene simili si sono svolte nei quartieri vicino a Tunisi. Proteste e scontri sono segnalati a Susa, Cite’ Ibn Khaldoun, Cite’ Etthadhamen, Hammam Lif, Beja, Thala, El Agba, Cite’ Ennour.
Il premier punta il dito contro il Fronte popolare
Il premier condanna gli “atti vandalici” che a detta sua “fanno gli interessi delle reti di corruzione che vogliono indebolire lo stato”. Il premier ha puntato il dito contro il Fronte popolare, un partito di sinistra contrario alle misure di austerita’. “Ci sono episodi di saccheggi e furti, ma ciò che sta accadendo è anche un messaggio politico da parte di una parte della popolazione che non ha nulla da perdere”, ha detto il politologo Selim Kharrat.
I motivi della protesta
Per la politologa franco-tunisina Olfa Lamloum “la nuova legge finanziaria è la goccia che fa traboccare il vaso”. “I giovani sono delusi dalla rivoluzione, soprattutto a causa dell’elevato costo della vita”, ha spiegato, sottolineando che “le disuguaglianze sociali evidenziate dalle statistiche ufficiali si sono in realtà accentuate”, cosi’ come “sono aumentati il tasso di povertà, la disoccupazione e l’analfabetismo, tra i giovani in particolare”. L’esercito e’ stato schierato attorno a banche, uffici postali e altri edifici governativi sensibili nelle principali città del Paese. La Tunisia è l’unica storia di successo della Primavera araba grazie alla sua transizione democratica, ma rimane bloccata dalla lentezza economica e sociale.