Turchia, 500 italiani ostaggi del gelo in aeroporto:”Siamo stremati”

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Un incubo quello dei 500 italiani bloccati all’aeroporto di Istanbul già da 4 notti a causa delle avverse condizioni del tempo. La speranza è di poter partire domani: i nostri connazionali sarebbero dovuti rientrare in Italia venerdì e invece sono bloccati in Turchia per le forti nevicate che hanno impedito i decolli dall’aeroporto Ataturk.

Voli cancellati, strade inaccessibili, porte di ingresso letteralmente bloccate, con gli abitanti costretti a farsi le scorte di cibo in casa. Una nevicata così Istanbul non la vedeva dal 2005, però, passata l’onda emotiva e il fascino della megalopoli sul Bosforo sotto la neve, la città inizia a fare i conti con una situazione che non è esattamente agevole. L’allarme era arrivato lo scorso 6 gennaio. Avevano detto che la nevicata sarebbe stata terribile. Le strade principali sono state ripulite, quelle secondarie molto meno.

«È una vergogna, siamo stremati e con paura e nervi a fior di pelle. Stamattina non c’è tempo avverso, stanno partendo gli aerei. Non nevica più e c’è un rialzo della temperatura ma c’è una sostanziale incapacità nel gestire l’emergenza. Morale della favola, siamo ancora qui bloccati dopo la quarta notte passata in albergo senza le nostre valigie e con indumenti di fortuna» racconta uno degli italiano bloccati.
“Siamo bloccati all’aeroporto come profughi” oltre al disagio, c’è la consapevolezza che la Turchia non è più un luogo sicuro e che proprio l’aeroporto di Istanbul lo scorso giugno è stato teatro di un attacco terrorista firmato Daesh che ha provocato decine di morti.

Il dito è puntato contro Turkish Airlines, la blasonata compagnia di bandiera, che negli ultimi anni aveva abituato i suoi passeggeri a standard sempre più alti e rotte sempre più estese e che si sta rivelando palesemente inadeguata a gestire l’emergenza. La compagnia era già finita nell’occhio del ciclone nell’estate del 2014 quando a causa di forti piogge era stata costretta in piena stagione estiva a lasciare a terra centinaia di passeggeri, recapitando loro i bagagli anche a giorni di distanza.

La Farnesina fa sapere che «L’ambasciata italiana ad Ankara, è in stretto contatto con il ministero degli Esteri e che la vicenda è in via di lenta risoluzione, con il progressivo miglioramento delle condizioni climatiche».

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