Tutti pazzi per i The Giornalisti, la band rivelazione dell’anno

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Grande successo  di pubblico e critica per i The Giornalisti, la band formata da Tommaso Paradiso, dal batterista Marco Primavera e dal chitarrista Marco Antonio Musella.

Venerdì sera  i  Thegiornalisti si sono esibiti sul palco della sala B di Via Asiago in Roma, in occasione della prima puntata del 2017 di Radio2 Live.

 

 

La scaletta del concerto

Fatto di te
Gli alberi
Vieni e cambiami la vita
Mare Balotelli
Il tuo maglione mio
Sbagliare a vivere
Ultimo grido della notte
Disperato
Proteggi questo tuo ragazzo
Tra la strada e le stelle
Fine dell’estate (bis)
Sold out
Promiscuità
Completamente (bis)

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Una foto pubblicata da Pierluigi Candotti (@pierluigicandotti) in data: 27 Gen 2017 alle ore 11:34 PST

La band romana approderà nei palasport il prossimo maggio per due concerti evento: il 9 al Palalottomatica di Roma e l’11 al Mediolanum Forum di Milano. Ad anticipare i due live, un nuovo singolo dal titolo Senza, “un pezzo inedito che uscirà a metà marzo. Però preferisco non ‘spoilerare’ niente, perché le canzoni vanno ascoltate, altrimenti perdono di significato”, racconta Tommaso Paradiso.

Chi sono i The Giornalisti?

Partiamo dalla spiegazione del nome del gruppo: “Ci siamo conosciuti per strada e venivamo da band diverse, da gruppi vecchi che c’erano a Roma tanti anni fa. Abbiamo deciso che siccome la nostra musica doveva parlare in modo molto semplice, doveva essere diretta e facile, giornalisti era l’appellativo più giusto. Abbiamo scelto questo nome perché i nostri testi sono come se leggessimo un articolo di giornale. Non c’è un’esegesi da capire, non c’è bisogno di interpretazione, non siamo i ThePoeti, siamo più basic. Il ‘The’  sta per dargli una musicalità altrimenti “giornalisti” era troppo piatto e poi perché su Google se metti il ‘The’ ci siamo solo noi, altrimenti uscirebbero tutti i profili dei tuoi colleghi”, spiega Tommaso, leader della band.

Il trio viene etichettato tra gli artisti più “indie” del panorama musicale italiano, insieme a Calcutta, Cosmo, I Cani, Motta, Lo Stato Sociale:  “Sicuramente qualche anno fa indie era un termine molto più connotato. Indie può essere considerato il nostro primo disco Volume 1. Indie sono tutti quei dischi che vengono fatti senza la presunzione di ottenere un successo nazionale. Si fanno solo per essere distribuiti tra conoscenti, amici, si fanno per ottenere qualche concerto fatto bene. Si tratta di dischi senza pretese. Volume 1 era così, ‘sfattonato’, non c’è dentro l’impegno di cercare qualcosa che potesse funzionare. L’artista indie non vuole passare negli stessi canali di Mengoni e Annalisa. Vuole essere di un’altra corrente. Io a dire la verità in quest’altra corrente non ho mai creduto. Però ho sempre scritto canzoni che partono da un sentimento vero. Adesso è ancora così, i testi di Completamente Sold Out sono veri. Anche Bianconi ha detto in un’intervista che il nuovo disco dei Baustelle sarà schifosamente pop. Ormai è così, le radio grandi, i grandi network si stanno interessando molto a noi ed è giusto sfruttare questo potenziale”.

E a proposito della passione per gli anni ’80: “In realtà, io sono fissato con le canzoni anni ’80. Dalla, Carboni, Vasco, sono quelli con i quali sono cresciuto e sono quelli che mi ritornano facile su e quindi è un po’ inevitabile. Magari c’è chi è più in fissa con Battisti e gli viene più la ‘settantata’. Però,  per fare un esempio, Completamente non è  ‘un pezzo ottantone’ se lo passano tutte le radio nazionali.  Fare il synth pop ti rimanda inevitabilmente agli anni ’80!”.

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Una foto scattata durante il live

 

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