«Una svolta epocale: la produzione sbloccata».

«Una svolta epocale: la produzione sbloccata».

Il recente decreto del Ministero dell’Agricoltura ha aperto la strada alla produzione di vini dealcolati in Italia, superando la regola del contenuto alcolico minimo di 8,5 gradi. Questo passo è fondamentale per il Paese, il maggior produttore mondiale di vino, e per favorire la Dieta Mediterranea. Il decreto permette la riduzione dell’alcol nei vini, esclusi quelli a Dop e Igp, e prevede l’introduzione sul mercato di vini senza alcol dal 2025. Questa novità risponde alla crescente domanda di bevande dealcolate, offrendo opportunità di sviluppo al settore vitivinicolo italiano e supportando la competitività del Made in Italy nel mondo.

Regolamentazione della produzione di vini senza alcol in Italia

Fino ad oggi, in Italia non era possibile definire «vino» una bevanda con un contenuto alcolico inferiore agli 8,5 gradi. Con la recente pubblicazione sul sito del Ministero dell’Agricoltura delle disposizioni attuative del decreto sui vini dealcolati, questa regola è stata superata, eliminando un vuoto normativo e aprendo la strada alla produzione di vini senza alcol.

Un passo importante, soprattutto per l’Italia, che è il maggior produttore mondiale di vino e culla della Dieta Mediterranea.

Il decreto stabilisce che è possibile ridurre parzialmente o totalmente il contenuto alcolico dei vini, dei vini spumanti, dei vini frizzanti e delle altre tipologie di prodotti vitivinicoli. Tuttavia, resta ferma la regola che il processo di dealcolazione non potrà essere applicato ai vini a denominazione di origine protetta (Dop) e a indicazione geografica protetta (Igp), per i quali le caratteristiche tradizionali devono rimanere inalterate.

Il decreto ministeriale è ancora in fase di registrazione presso gli organi di controllo, ma la normativa prevede che, dal 2025, sarà possibile trovare sul mercato vini senza alcol, anche per chi ha scelto di ridurre o eliminare l’assunzione di alcol. Questo includerà non solo gli astemi, le donne in gravidanza, gli sportivi e gli autisti, ma anche coloro che adottano un consumo consapevole del vino, in linea con le nuove normative sul Codice della strada.

Il mercato di questo tipo di prodotti è in forte espansione. In Italia, il 36% dei consumatori ha mostrato interesse per le bevande dealcolate. Negli Stati Uniti, il segmento delle bevande no e low alcohol (Nolo) ha raggiunto un valore di un miliardo di dollari. Inoltre, secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio del vino Uiv-Vinitaly, i vini senza alcol attirano un potenziale di un milione di non bevitori di alcolici e un ulteriore pubblico di 14 milioni di consumatori di vino che li vedono come un’alternativa per situazioni specifiche, come la guida.

L’adozione di questa normativa è stata accolta positivamente da Federvini, che ha definito il decreto una «base solida» per lo sviluppo del settore. La presidente di Federvini, Micaela Pallini, ha sottolineato che la firma del decreto rappresenta un «importante passo avanti» per il comparto vitivinicolo italiano, destinato a consolidare la competitività del Made in Italy nel mondo.

Il boom dei vini senza alcol in Italia e nel mondo

Fino ad oggi, in Italia non era possibile definire «vino» una bevanda con un contenuto alcolico inferiore agli 8,5 gradi. Con la recente pubblicazione sul sito del Ministero dell’Agricoltura delle disposizioni attuative del decreto sui vini dealcolati, questa regola è stata superata, eliminando un vuoto normativo e aprendo la strada alla produzione di vini senza alcol.

Un passo importante, soprattutto per l’Italia, che è il maggior produttore mondiale di vino e culla della Dieta Mediterranea.

Il decreto stabilisce che è possibile ridurre parzialmente o totalmente il contenuto alcolico dei vini, dei vini spumanti, dei vini frizzanti e delle altre tipologie di prodotti vitivinicoli. Tuttavia, resta ferma la regola che il processo di dealcolazione non potrà essere applicato ai vini a denominazione di origine protetta (Dop) e a indicazione geografica protetta (Igp), per i quali le caratteristiche tradizionali devono rimanere inalterate.

Il decreto ministeriale è ancora in fase di registrazione presso gli organi di controllo, ma la normativa prevede che, dal 2025, sarà possibile trovare sul mercato vini senza alcol, anche per chi ha scelto di ridurre o eliminare l’assunzione di alcol. Questo includerà non solo gli astemi, le donne in gravidanza, gli sportivi e gli autisti, ma anche coloro che adottano un consumo consapevole del vino, in linea con le nuove normative sul Codice della strada.

Il mercato di questo tipo di prodotti è in forte espansione. In Italia, il 36% dei consumatori ha mostrato interesse per le bevande dealcolate. Negli Stati Uniti, il segmento delle bevande no e low alcohol (Nolo) ha raggiunto un valore di un miliardo di dollari. Inoltre, secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio del vino Uiv-Vinitaly, i vini senza alcol attirano un potenziale di un milione di non bevitori di alcolici e un ulteriore pubblico di 14 milioni di consumatori di vino che li vedono come un’alternativa per situazioni specifiche, come la guida.

L’adozione di questa normativa è stata accolta positivamente da Federvini, che ha definito il decreto una «base solida» per lo sviluppo del settore. La presidente di Federvini, Micaela Pallini, ha sottolineato che la firma del decreto rappresenta un «importante passo avanti» per il comparto vitivinicolo italiano, destinato a consolidare la competitività del Made in Italy nel mondo.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Dicembre 2024, 17:14

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