Utilitalia chiede 1 mld all’anno in manovra per affrontare la siccità
Il testo evidenzia la grave situazione idrica in Italia, con una contrazione della capacità degli invasi principali del distretto Appennino Meridionale e la regione più colpita dalla siccità in Sicilia. Gli investimenti nel settore idrico sono aumentati ma il gap con la media europea rimane ampio. Utilitalia propone una riforma del comparto idrico per ridurre la frammentazione, consolidare il settore e aumentare gli investimenti. Sono necessari ulteriori fondi per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici e garantire la sicurezza idrica. È urgente un cambio di passo per assicurare la tutela della risorsa idrica anche in periodi di siccità sempre più frequenti.
La situazione idrica in Italia: una fotografia dell’ultimo anno
Nell’ultimo anno idrologico (da maggio del 2023 a maggio del 2024) la capacità idrica degli invasi principali del distretto Appennino Meridionale ha subìto una contrazione compresa tra -17% e -45% a seconda delle zone. In Sicilia, la regione più colpita dalla siccità dell’estate appena trascorsa, il volume di acqua invasato è crollato del 40%. La siccità che nel 2022 aveva colpito il Nord Italia – con un calo del 24% delle precipitazioni, a livello nazionale, rispetto alla media 1991-2020 e una disponibilità idrica scesa del 50% rispetto alla media del lungo periodo 1951-2022 – negli ultimi mesi ha interessato in particolar modo il Sud, territorio nel quale le infrastrutture sono più vulnerabili, la percentuale media di perdite di rete è più alta e la frammentazione gestionale più marcata.
Il tema è al centro del Festival dell’Acqua di Utilitalia, uno fra i principali appuntamenti nazionali incentrati sui temi del servizio idrico, che prende il via oggi a Firenze. Dal 2012 al 2022 gli investimenti nel settore sono aumentati del 227%, raggiungendo i 4 miliardi annui e i 63 euro per abitante, dato che dovrebbe salire quest’anno fino a 70 euro. Ma il gap con la media europea – pari a 82 euro annui per abitante, che incrementa fino a 100 euro nei Paesi più virtuosi – resta ampio, soprattutto in quei territori dove non operano soggetti industriali: nelle gestioni in economia, che interessano ancora 1.465 Comuni e 7,6 milioni di cittadini (di cui il 93% al Sud), si continuano a investire mediamente appena 11 euro l’anno.
Le sfide, i cambiamenti climatici e le risorse per affrontarle
Secondo le stime di Utilitalia, di fronte alle nuove sfide poste dagli effetti dei cambiamenti climatici gli investimenti dovrebbero crescere ancora rispetto ai 4 miliardi annui attuali, per colmare il fabbisogno complessivo di settore stimato in circa 6 miliardi di euro l’anno. Oggi gran parte di questo fabbisogno è coperto dalla tariffa e il PNRR ha certamente dato un impulso su una finestra temporale che termina nel 2026 stimabile in circa 1,1 miliardi di euro l’anno: sono quindi necessarie risorse ulteriori – pari a circa 0,9 miliardi di euro l’anno – per raggiungere la quota di fabbisogno prevista per il nostro Paese.
Una volta terminati i fondi del PNRR – spiega Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia – sarà necessario un ulteriore sforzo da parte del Governo attraverso uno stanziamento strutturale in manovra di almeno 1 miliardo di euro l’anno per i prossimi 10 anni, perché tutte le opere necessarie alla messa in sicurezza del sistema idrico nazionale non possono essere unicamente a carico delle tariffe. Parliamo di investimenti incentrati su serbatoi, invasi, riutilizzo delle acque reflue, interconnessioni tra acquedotti e riduzione delle dispersioni.
La sfida della gestione idrica in Italia, Utilitalia: investimenti e cambiamenti climatici
Il recente anno idrologico ha evidenziato una contrazione significativa della capacità idrica degli invasi principali del distretto Appennino Meridionale, con una diminuzione che varia tra il 17% e il 45% a seconda delle zone. In particolare, la regione siciliana ha subito un crollo del 40% nel volume di acqua invasato, causato dalla siccità dell’estate scorsa. Questo fenomeno, inizialmente concentrato nel Nord Italia nel 2022, si è spostato verso il Sud, dove le infrastrutture sono più vulnerabili e le perdite di rete più elevate, evidenziando la necessità di interventi mirati.
Il Festival dell’Acqua di Utilitalia, che ha preso il via oggi a Firenze, pone l’attenzione sui temi del servizio idrico nel Paese. Gli investimenti nel settore sono aumentati significativamente negli ultimi anni, ma il gap con la media europea rimane ampio. In particolare, nelle gestioni in economia, che coinvolgono ancora numerosi Comuni al Sud, gli investimenti sono inferiori alla media europea, evidenziando la necessità di un sostegno strutturale per garantire la sicurezza idrica a livello nazionale.
Di fronte alle sfide imposte dai cambiamenti climatici, Utilitalia stima la necessità di ulteriori investimenti per colmare il fabbisogno annuo del settore, che si aggira intorno ai 6 miliardi di euro. L’attuale impulso derivante dal PNRR è importante, ma serviranno risorse aggiuntive per garantire la sostenibilità e la sicurezza del sistema idrico nazionale a lungo termine. La proposta di riforma del comparto idrico avanzata da Utilitalia mira a ridurre la frammentazione, migliorare la gestione e consolidare il settore, con l’obiettivo di garantire un approccio integrato e sostenibile alla gestione dell’acqua in Italia.
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