Venezuela, golpe del presidente Maduro: esautorato il parlamento
Golpe in Venezuela, dove il parlamento è stato “svuotato” dei suoi compiti. Il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, era stato accusato dall’assemblea nazionale di essere responsabile della crisi umanitaria e della carestia che hanno messo in ginocchio il paese sudamericano. Di tutta risposta, la corte suprema ha votato per sollevare da ogni funzione il parlamento, che per 112/167 è formato dall’opposizione. L’accusa per cui l’organo è stato esautorato è quella di oltraggio al presidente.
Il comunicato della corte suprema
Poche settimane fa, la maggioranza del parlamento aveva votato la messa in stato d’accusa di Maduro. Annullando a tutti gli effetti l’organo istituzionale, il presidente assume i pieni poteri senza il controllo dell’opposizione. La corte ha sollevato l’opposizione con un comunicato: “Siccome il parlamento si ribella e oltraggia le deliberazioni del presidente, le sue competenze saranno esercitate direttamente dal tribunale supremo”. La corte è totalmente sotto il controllo del partito del presidente. Maduro ha accusato i deputati di “tradimento della patria”.
L’Organizzazione degli Stati americani
Nel frattempo, l’Organizzazione degli Stati americani si trova a Washington per trovare una soluzione alla situazione del Venezuela. Circa venti paesi sostengono il segretario dell’organizzazione, Luis Almagro, che accusa Maduro di comportamento antidemocratico. La richiesta è quella di espellere momentaneamente il Venezuela dall’Osa.
Aumenta il rischio di uno scontro
Il rischio di uno scontro aperto è sempre più reale. Il processo del golpe è stato in continua evoluzione: infatti, l’Alta corte, poco tempo fa, aveva cancellato l’immunità parlamentare dei deputati e concesso poteri straordinari a Maduro in ambito penale, militare, economico e politico. Il paese rischia la bancarotta e un’elezione democratica, oggi, porterebbe l’opposizione al potere. Per questo, il presidente reggente vuole evitare a tutti i costi le elezioni con l’appoggio delle forze armate, che lo appoggiano apertamente.