Venezuela, Maduro esulta per la Costituente: un passo dalla dittatura

Venezuela, Maduro esulta per la Costituente: un passo dalla dittatura

In Venezuela nel giorno del voto per l’Assemblea Costituente, voluto dal presidente Nicolas Maduro, non si fermano gli scontri in piazza, le violenze e i morti. Due minori sono stati uccisi a una manifestazione dell’opposizione: un 13enne ed un 17enne .

Altre due vittime Angelo Mendez, 28 anni e Eduardo Olave, 39, uccisi a colpi d’arma da fuoco mentre partecipavano ad una manifestazione dell’opposizione. A questi si aggiungono oggi le morti di Marcel Pereira, a Chiguarà, sempre nello Stato occidentale di Merida, e di Ricardo Campos, segretario giovanile della formazione dell’opposizione, Azione Democratica, nella città di Cumana.

Alcune delle vittime sono state assassinate, secondo vari deputati venezuelani, dai “collettivi”, i cosiddetti “gruppi di difesa della revolucion” chavista, spesso armati.

Maduro esulta,e nel Paese divampa la protesta

Per Nicola Maduro il voto di ieri è stato un successo e una vittoria, per l’opposizione un fallimento. In Venezuela l’elezione dell’Assemblea costituente voluta dal presidente conferma la profonda spaccatura del Paese latinoamericano, con dati contrastanti sull’affluenza e un bilancio da guerra civile. Gli Stati Uniti hanno condannato con toni durissimi il voto di ieri e hanno prospettato sanzioni. L’opposizione ha invitato la popolazione a insistere con le proteste, di nuovo oggi e poi mercoledì, giorno dell’insediamento dell’Assemblea costituente chiamata dal presidente a cambiare la carta fondamentale, con un ridimensionamento del ruolo del parlamento a favore di organismi assembleari locali.

I dati dell’affluenza

Secondo il consiglio elettorale nazionale, più di 8 milioni di venezuelani, pari al 41,53% degli elettori, hanno votato ieri, un dato definito “straordinario” dal presidente del Consiglio elettorale nazionale, Tibisay Lucena. Perchè se da una parte significa che meno di un elettore su due si è mobilitato, dall’altra al referendum ‘informale’ convocato dall’opposizione a metà luglio proprio contro l’Assemblea costituente hanno votato un po’ più di sette milioni di venezuelani. Infatti chi contesta il regime di Maduro ha sostenuto che i dati reali sull’affluenza di ieri sono ben più bassi. Il deputato Henry Ramos Allup del Tavolo dell’Unità Democratica (MUD) ha scritto su Twitter che solo 2,5 milioni di aventi diritto si sono recati alle urne sui circa 19,4 milioni di elettori, ovvero “l’88% ha deciso di asternersi”.

 

La dura condanna degli Stati Uniti

“Gli Usa condannano l’elezione imposta il 30 luglio per l’Assemblea Costituente Nazionale, concepita per rimpiazzare l’Assemblea Nazionale legittimamente eletta e per minare il diritto del popolo venezuelano all’autodeterminazione”, ha detto la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Heather Nauert, in una nota. Nel comunicato del Dipartimento di Stato, gli Usa si dichiarano “a fianco del popolo del Venezuela e dei loro rappresentanti costituzionali, nella loro volontà di far tornare il loro Paese allo stato di prospera democrazia”. Quindi, aggiunge la portavoce a nome degli Stati Uniti, “continueremo ad assumere azioni veloci e forti contro gli architetti dell’autoritarismo in Venezuela”.

 

Tra le strade possibili c’è il blocco dell’import dei 750.000 barili di greggio venezuelano di qualità estremamente pesante. Misura che colpirebbe duramente Caracas e che secondo un’analisi del colosso bancario britannico Barclays spingerebbe il Venezuela “verso il default”. Il Venezuela ha le maggiori riserve accertate di greggio del mondo e dalla vendita di petrolio ottiene il 95% della valuta pregiata, le cui riserve sono crollate a meno di 10 miliardi di dollari, con inevitabili difficoltà di pagamento di Caracas.

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