Vitalizi, la legge arriva alla Camera: Grillo assisterà ai lavori

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Arriva oggi in aula la legge che propone di cancellare i vitalizi per tutti i parlamentari, ex deputati e senatori compresi. Già domani potrebbe incassare il primo ok del Parlamento, per poi passare al Senato.

Il disegno di legge porta la firma del deputato Pd Matteo Richetti ed è sulla carta sostenuto da un ampio spettro di forze politiche, M5S in testa. Dall’altra parte c’è  chi nel Pd non condivide la nuova stretta ma appare difficile che qualcuno decida di difendere quello che viene considerato un privilegio.

Beppe Grillo partecipa ai lavori d’aula

Beppe Grillo assisterà ai lavori parlamentari dalla tribuna. “Sarò alla Camera – twitta a metà giornata- per seguire i lavori dell’Aula sui vitalizi. #BastaPrivilegi per gli onorevoli: una volta per tutte”.

“Si tratta di un privilegio inaccettabile – osserva Richetti – che va superato”. E alle minacce di chi, come appunto deputati e senatori eletti nelle passate Legislature, profila ricorsi i Dem fanno spallucce: “li mettiamo nel conto ma questo rischio non può togliere il coraggio di rimediare a quella che è palesemente un’ingiustizia. Così come non serve spaventare le persone, lasciando immaginare che questa riforma possa comportare in futuro la revisione delle regole previdenziali generali: questa legge non c’entra niente e non è assimilabile”.

Settimana decisiva per il governo Gentiloni

Oggi dunque il testo sarà alla prova dell’Aula, dove sarà in parte però modificato. I pentastellati hanno infatti presentato alcuni emendamenti, che dovrebbero essere approvati è possibile che sia rivisto il capitolo sulle Regioni e quello che riguarda la reversibilità.

I lavori parlamentari riprendono con due novità politiche: l’emorragia di deputati e senatori da Alternativa popolare, forza che sostiene il governo Gentiloni, e le minacce di Mpd, altro gruppo parlamentare di maggioranza, di ritirare l’appoggio all’esecutivo.

Una settimana calda, per testare la tenuta della maggioranza ma soprattutto per capire se il governo guidato da Paolo Gentiloni sarà in grado di reggere ai numeri ballerini a Palazzo Madama, dopo la fuga degli alfaniani verso il centrodestra.

Agenda fittissima prima della sospensione estiva

Laura Boldrini e Pietro Grasso, rispettivamente presidenti di Camera e Senato hanno deciso di programmare tutti i provvedimenti più importanti prima delle ferie, in modo da riservare le energie autunnali per l’esame del Def. Il primo ostacolo giunge dalla Camera che riapre i lavori partendo dall’esame del provvedimento per l’abolizione dei vitalizi per i parlamentari e la riforma del sistema pensionistico. Poi c’è il decreto sui vaccini, già approvato al Senato nel corso di una seduta accesa dallo scontro tra il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e Pd, arriva a Montecitorio: l’ok per la conversione in legge è previsto tra giovedì e venerdì. Il voto di fiducia è quasi certo, in quanto il decreto va trasformato in legge entro il 6 agosto.

Altro impegno è l’approvazione del decreto sugli aiuti al Mezzogiorno: la fiducia sul provvedimento, che sarà da oggi all’esame del Senato, è più di un’ipotesi. Anche perché il testo dovrà essere trasferito alla Camera per il via libera definitivo alla conversione entro fine agosto. Tempi stretti e numeri risicati rischiano di rallentare i lavori. Non è ancora approdato all’esame dell’Aula (forse la prossima settimana) un altro decreto, quello sulle banche venete che deve ottenere il via libera dalla commissione Finanze. Il testo arriverà in Aula prima del congedo estivo. Si dovrebbe chiudere entro questa settimana l’iter in commissione per altri due provvedimenti: la legge sul biotestamento che attende l’ok della commissione Igiene e Sanità del Senato, prima del voto in Aula, e il ddl concorrenza da chiudere in commissione entro oggi in commissione per andare in Aula. Due settimane di fuoco per i parlamentari prima di una lunga vacanza.

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