Wikileaks: Svezia archivia il caso, per Londra Assange è ricercato
Un nuovo capitolo della vicenda dell’estradizione di Julian Assange, il fondatore di Wikileaks. La Svezia ha deciso di archiviare le indagini, mentre in Gran Bretagna il mandato di cattura resta valido.
La decisione della Svezia
La procura svedese ha archiviato le indagini sulle accuse di stupro nei confronti del fondatore di Wikileaks, Julian Assange. Da cinque anni Assange è rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador di Londra per sfuggire all’estradizione richiesta da Stoccolma per avere rivelato segreti militari e diplomatici di Washington.
Le autorità e l’intelligence americana a loro volta non negano di considerare Julian Assange alla stregua di un ‘nemico’ per aver diffuso attraverso Wikileaks documenti segreti e rivelazioni imbarazzanti su Washington. Ma finora non risultano aver ancora aperto un’inchiesta formale contro di lui.
Per la procura svedese infatti non c’è la possibilità di arrestarlo “per l’immediato futuro”. Il processo, aggiunge la procura, potrebbe essere riaperto qualora il fondatore di Wikileaks tornasse in Svezia prima che il reato cada in prescrizione, cioè entro il 2020.
La soddisfazione di Assange
Julian Assange appare sorridente nel suo profilo Twitter dopo l’annuncio della richiesta di archiviazione da parte della magistratura svedese delle controverse accuse di stupro nei confronti del fondatore di Wikileaks. Tali accuse sono le uniche formalmente aperte finora contro Assange e una volta cadute dovrebbe cadere pure il mandato di cattura internazionale che lo costringe dal 2012 nel rifugio dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra.
La “liberazione” di Assange segue di 48 ore quella di Chelsea Manning: l’ordine di scarcerazione per l’ex soldato statunitense, al secolo Bradley Manning, condannato a 35anni per avere passato migliaia di documenti riservati a Wikileaks, è arrivato il 17 maggio. Il 13 gennaio Assange aveva annunciato: “Mi consegno agli Usa se Obama grazia Chelsea Manning”.