Hacker Usa, l’intelligence accusa il Cremlino ma Trump non ci crede

Hacker Usa, l’intelligence accusa il Cremlino ma Trump non ci crede

Si fa sempre più complessa la “questione hacker” USA con continui colpi di scena e sempre nuove rivelazioni. L’ultima riguarda il presunto coinvolgimento del Cremlino negli eventi.

Sembra che l’intelligence statunitense abbia indicato un coinvolgimento del governo russo nei cyber-attacchi avvenuti durante le ultime Presidenziali americane, miranti a favorire l’elezione del candidato repubblicano Donald Trump.

In particolare, i servizi segreti Usa, hanno dichiarato che il Cremlino avrebbe rivelato informazioni riservate del Democratic National Comittee o Dnc a Wikileaks di Julian Assange, che le ha rese di dominio pubblico. Le agenzie di sicurezza degli States avevano già da tempo il sospetto dell’intervento del governo russo dietro gli eventi, ma solo ora avrebbero in mano delle prove solide in merito.

Donald Trump, che si dice scettico in merito alla “questione hacker”, è tornato ad attaccare i servizi segreti.  Trump attacca ormai apertamente Nbc e i democratici in merito ai presunti attacchi hacker durante le elezioni. In una serie di tweet, il presidente eletto si chiede ”come mai Nbc abbia potuto buttare un occhio al rapporto segreto che e’ stato presentato a Obama” sulla possibile interferenza russa. ”Chi lo ha consegnato? Perche’? Politica!”. In altri due tweet sembra addirittura mettere in dubbio che il Democratic National Committee sia stato hackerato.

Gli attacchi del presidente hanno un preciso proponimento politico: sostituirne i vertici. Per ora Trump avrebbe ben chiaro solo il nome del prossimo direttore della Cia, Mike Pompeo, e deve ancora scegliere chi sarà il prossimo massimo responsabile della United States Intelligence Community, l’agenzia di sicurezza che ha il compito di coordinare l’operato di tutte le altre. Ma non solo,  Trump ha intenzione di inaugurare una volta insediatosi alla Casa Bianca, un nuovo corso che prevede di ridefinire la fisionomia stessa delle agenzie di sicurezza statunitensi, a suo dire troppo “politicizzate”.

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