Alitalia, oggi scadono i termini: lo spettro di tagli e frammentazione
Scade oggi il termine per la presentazione delle offerte per Alitalia. Il Gruppo Lufthansa presenta un’offerta di circa 500 milioni di euro concentrata sulla sola parte aviation (la flotta, i piloti e gli assistenti di volo, gli slot), con il dimezzamento del personale, la riduzione delle attività di corto e medio raggio, da anni in perdita per la concorrenza delle low cost, e un ruolo, ancora da definire, di Etihad, l’ex azionista di minoranza con il 49%.
Il governo vuole evitare tagli e frammentazioni
Il governo sarebbe orientato a respinger, per qualche mese, l’ipotesi tedesca, ritenendo i “sacrifici occupazioni intollerabili”. L’obiettivo dell’esecutivo sarebbe quello di spostare il confronto a dopo il voto, previsto per il marzo prossimo, negoziando magari sulla riduzione dei dipendenti in cambio dell’ingresso di fondi come F2i o Cassa Depositi e Prestiti.
Il governo vuole evitare che possa ripetersi quanto sta accadendo con Air Berlin, fallita e acquistata a pezzi da Lufthansa (84 aerei e circa 3mila dipendenti), e in trattative con EasyJet (per cedere una trentina di aerei e personale).
Tagli al personale Alitalia
Il personale di terra presenta numeri troppo elevati. E del resto con la concorrenza negli aeroporti l’handling si trasforma nella parte più sacrificabile. E questo comporta un’incognita sul futuro di circa seimila dipendenti su quasi 12 mila, tanti erano al 28 febbraio quelli dell’ex compagnia di bandiera.
Carsten Spohr, l’amministratore delegato del Gruppo Lufthansa, ha confermato: “L’interesse c’è tutto, ma Alitalia deve essere un’altra cosa rispetto a oggi e con Roma stiamo cercando di capire se c’è margine per pensare a una compagnia nuova e più snella”.
La mossa del governo
Il decreto fiscale ha concesso più tempo e più soldi, affinché i commissariGubitosi, Laghi e Paleari possano trattare in una condizione non di debolezza, con la garanzia dell’operatività dei voli.
Il termine della gara è stato spostato dal 5 novembre al 30 aprile 2018, nel complesso le risorse statali del prestito ponte sono salite da 600 a 900 milioni e dovranno essere restituite, interessi compresi, entro il 30 settembre 2018 (invece del prossimo 2 novembre).
Per la fine dell’estate 2018, dovranno essere concluse le procedure per il passaggio di consegne alla nuova proprietà, sempre che la trattativa proceda senza intoppi.