Vittoria e Abdul, il film di Frears tratto dalla vita della Regina Vittoria
Vittoria e Abdul (Victoria & Abdul) è un film del 2017 diretto da Stephen Frears, con Judi Dench. Basato sull’omonimo libro di Shrabani Basu, il film racconta la storia vera dell’amicizia tra la Regina Vittoria e il suo segretario indiano Abdul Karim.
Il 3 settembre 2017 è stato presentato fuori concorso alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e successivamente al Toronto International Film Festival.
Trama
Abdul Karim, umile impiegato indiano, ventenne o poco più, viene scelto per puro caso per consegnare un omaggio alla regina Vittoria, in occasione del giubileo per i cinquant’anni del regno. Diventerà il servitore, poi il segretario e infine il “Munshi”, il maestro spirituale, della regina e imperatrice. La loro amicizia sarà così salda e intima da infastidire e spaventare la famiglia reale e la corte dei più prossimi al trono, al punto che il figlio, Edoardo VII, darà alla fiamme la loro corrispondenza e ogni testimonianza di quella relazione.
Critica di Vittoria e Abdul
La scintilla che accende il fuoco in Vittoria e Abdul, e lo tiene vivo per tutta la durata del film, è quella dell’irriverenza. Tre in particolare sono i momenti tra i più eloquenti:
- C’è il primo contatto tra i due protagonisti. L’importante, viene intimato ad Abdul per la prima volta al cospetto della regina, è non guardarla negli occhi, ma lui disobbedisce ed è da quello sguardo che ha inizio la storia.
- Il secondo momento è di un altro tipo. Ha a che fare con una gelatina alimentare e un’allusione sessuale.
- Il terzo è il più importante, e c’è da credere che sia la ragione per cui Frears ha scelto di fare questo film, oggi. Perché il motivo per cui Abdul crea tanto scandalo, in fondo, è il suo essere musulmano, e Frears fa morire la regina Vittoria felice, niente meno che raccomandata ad Allah. Insinua che l’amicizia e l’amore possano superare le differenze.