Battisti, giudice brasiliano lo scarcera: estradizione più lontana
Cesare Battisti sarà di nuovo libero. Il giudice Jos Marcos Lunardelli, del Tribunale regionale federale della terza Regione gli ha concesso la libertà, accogliendo la richiesta di habeas corpus avanzata dagli avvocati dell’ex terrorista.
Secondo il giudice di primo grado, il reato del fermo iniziale (esportazione illegale di valuta) non consentiva di tenere Battisti in custodia, in quanto di tipo amministrativo.
L’arresto di Battisti
Battisti era stato fermato tre giorni fa mentre cercava di fuggire in Bolivia.
Dopo il fermo, il giudice federale, Odilon de Oliveira ha confermato l’arresto durante l’udienza di custodia svoltasi in videoconferenza nella sede della polizia federale di Corumba.
Il magistrato ha ritenuto che ci fossero i presupposti per la custodia cautelare in carcere. Secondo il giudice del Mato Grosso do Sul – stato del Brasile centro-occidentale dove Battisti è stato fermato il 5 ottobre dalla polizia stradale – l’ex terrorista stava cercando di varcare il confine del Brasile in direzione della Bolivia. Per de Oliveira, dunque, la misura preventiva nei confronti dell’italiano era necessaria proprio per scongiurare il “pericolo di fuga”.
Ma il giudice del ricorso ha smontato la tesi che aveva trasformato il fermo iniziale in arresto, cioè «trasgressione» alle norme che regolano la sua presenza come residente in Brasile e «offesa all’ordine pubblico».
Il piano dell’Italia per riportarlo in Italia
Nelle prossime ore sapremo se resterà in piedi il piano del presidente Michel Temer di rimandare al più presto Battisti in Italia, rispondendo alle richieste del nostro governo. Tutto sembrava correre in questa direzione nella giornata di ieri. Un’aereo militare è fermo sulla pista di Corumbà, si infittiscono le trattative con Roma, tramite la nostra ambasciata a Brasilia. Temer starebbe aspettando soltanto il via libera definitivo dei suoi consiglieri giuridici, per firmare la consegna di Battisti all’Interpol. Per far ciò ha bisogno di sapere se è legittimo ribaltare la decisione del suo predecessore Lula, il quale nel 2010 si rifiutò di eseguire l’estradizione stabilita dal Supremo tribunale e garantì all’ex terrorista un visto di residente fisso in Brasile. La procedura sarebbe stata più semplice con un Battisti dietro le sbarre, naturalmente.