Charlie, i genitori pronti a trasferirlo in un hospice con assistenza

Charlie, i genitori pronti a trasferirlo in un hospice con assistenza

I genitori di Charlie Gard chiedono fanno un’ultima richiesta, che il bimbo possa tonare a casa con loro. L’Alta Corte di Londra è chiamata ancora decidere, questa volte se il bimbo possa essere trasferito a casa per trascorrere i suoi ultimi giorni di vita. L’ospedale dove Charlie è ricoverato, il Great Ormond Street, si è detto contrario spiegando che la macchina per la ventilazione è molto invasiva (tra le altre cose, non passerebbe neppure per la porta di casa dei Gard), e può funzionare solo in ospedale. Il giudice Nicholas Francis ha detto che sarebbe meglio che i genitori e l’ospedale trovassero un accordo, altrimenti sarà costretto a prendere una decisione lui stesso.

La proposta di un hospice

I genitori di Charlie Gard hanno dichiarato di aver trovato una squadra disposta ad aiutare il bimbo a trascorrere “una settimana” in un ospizio prima che gli apparecchi che lo tengono in vita vengano rimossi.

Grant Armstrong il legale che rappresenta i genitori di Charlie, ha detto alla corte che un medico con esperienza come chirurgo in terapia intensiva, che gestisce una squadra tra cui un medico pediatrico, ha offerto di fornire al bimbo le cure necessarie in un hospice.

L’avvocato ha aggiunto che sarebbe impeganto personale infermieristico, privatamente pagato, inoltre un’azienda aveva offerto di fornire un ventilatore per la respirazione al piccolo Charlie. “Molti infermieri del Great Ormond Street hanno fatto volontariato per assistere il piccolo Charlie”, ha detto.

Accompagnare Charlie verso la morte

Le cure riservate al piccolo ormai sono cure palliative per accompagnare il piccolo alla morte dopo che saranno spente le macchine per la respirazione. I genitori chiedono che questo possa avvenire a casa e hanno respinto una proposta di mediazione offerta dall’ospedale. In un documento presentato dall’ufficio legale del Great Ormond si spiega che l’accompagnamento deve evitare ogni sofferenza al bambino, proteggere la sua dignità e “onorare i desideri dei genitori in ordine al luogo e al momento della sua morte”. La risposta dell’ospedale alla richiesta dei genitori sembra dunque tracciata: “Charlie necessita di un trattamento molto specialistico, la sua cura non può essere semplificata”.

La rinuncia alle cure sperimentali

Lunedì i genitori si sono arresi e hanno rinunciato alla battaglia legale per farlo curare negli Usa. «È troppo tardi per Charlie», ha detto alle due del pomeriggio, in apertura della nuova udienza all’Alta Corte di Londra, il legale della famiglia Grant Armstrong, «il trattamento sperimentale», proposto da un team di medici internazionale, «non può ora offrire possibilità di successo». Per questo «i genitori ritirano la richiesta di modificare la sentenza originale della Corte», quella che lo scorso 11 aprile autorizzò l’ospedale a staccare la spina al respiratore che tiene in vita il piccolo al Great Ormond Street, l’ospedale pediatrico di Londra dove Charlie è in cura dallo scorso ottobre.

Una fondazione in nome del bimbo

Ma Connie e Chris vogliono mettere un punto fermo: che venga riconosciuta la necessità, in casi come quello di Charlie, di «agire il prima possibile». E creeranno una fondazione, per far sì che la voce di Charlie «continui a essere ascoltata». «Con le malattie – ha detto Armstrong – è fondamentale offrire cure al più presto». L’avvocato ha spiegato al giudice che il neurologo statunitense Michio Hirano ha detto di non voler più sottoporre il bambino alla terapia sperimentale, dopo aver visto i risultati di una nuova risonanza magnetica, la scorsa settimana. L’esame ha mostrato che il bambino ha riportato danni irreversibili al cervello.

Messo di fronte all’evidenza degli specialisti, il giudice Nicholas Francis ha così riconfermato la sentenza che lo scorso aprile aveva spinto i genitori a fare ricorso. «Nessuno di noi può comprendere l’agonia dei genitori – ha detto Francis – e nessun genitore avrebbe potuto fare di più». Ora però, ha proseguito, «devono affrontare la realtà, vale a dire che è nel miglior interesse di Charlie morire». «Confermo così – ha concluso – il mio verdetto di aprile».

Non è ancora chiaro quando i medici decideranno di staccare la spina. Lunedì la mamma ha detto in corte che Charlie non arriverà a festeggiare il suo primo compleanno, il 4 agosto. È dunque probabile che l’addio accadrà nei prossimi giorni.

Papa Francesco prega per Charlie e i suoi genitori

«Papa Francesco sta pregando per Charlie e per i suoi genitori e si sente particolarmente vicino a loro in questo momento di immensa sofferenza” fa sapere il direttore della sala stampa vaticana, Greg Burke.  “Il Santo Padre chiede di unirci in preghiera perché possano trovare la consolazione e l’amore di Dio”.

“I genitori si sono trovati di fronte a una scelta drammatica che è stata quella di arrendersi alla malattia”. Lo ha affermato il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, ha commentato la decisione dei genitori del piccolo Charlie Gard di abbandonare la battaglia legale per le cure al figlio.

 

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