Gessica Notaro presente all’udienza: “Deve guardarmi in faccia”

Gessica Notaro presente all’udienza: “Deve guardarmi in faccia”

Gessica Notaro, la ragazza di Rimini sfreggiata con l’acido dall’ex fidanzato, questa mattina si è presentata per la prima volta al tribunale di Rimini, mostrando come è stata ridotta dall’agguato con l’acido del 10 gennaio scorso per cui è in carcere l’ex fidanzato Edson Tavares.

L’uomo non era presente, ma i suoi avvocati hanno presentato una richiesta di perizia psichiatrica per rischio suicidio, non accolta dal giudice per l’udienza preliminare.

L’udienza di oggi  riguardava le accuse di minacce e stalking di Tavares contro la 28enne riminese e un suo amico e di maltrattamenti al cane della ragazza. Minacce che avevano portato all’ammonimento di Eddy e all’obbigo di stare ad almeno 50 metri di distanza dalla sua ex fidanzata, anche se la Procura aveva chiesto ai giudici di arrestarlo.

Gessica è arrivata in tribunale con il volto nascosto dal cappuccio del giubbotto, da una sciarpa e dagli occhiali da sole, la 28enne è entrata da un ingresso secondario.

La ragazza se ne è andata poco prima delle 12 perché affaticata, uscendo dall’aula da una porta secondaria.

Oggi il giudice Gup ha deciso di rinviare a giudizio Tavares per le accuse di minacce e stalking e ha anche deciso di ammettere la richiesta di costituzione di parte civile della Regione per violenza di genere. Il processo per l’agguato sotto casa di Gessica con l’acido va ancora fissato.

La linea dell’accusa

La Procura non ha ancora chiuso le indagini, ma non dovrebbe mancare molto. Secondo il magistrato, Tavares deve risarcire l’Ausl per i gravosi costi sostenuti per curare Gessica.

La tesi che il pm porterà a sostegno della sua richiesta è il fatto che tutte le spese dell’Ausl per le cure, le terapie e gli interventi chirurgici subiti da Gessica siano stati causati dal folle gesto di Tavares.

Si vuole dimostrare che l’agguato del 10 gennaio non ha soltanto ferito e segnato Gessica per sempre, ma ha pesato su tutta la collettività per le cure sanitarie che la ragazza ha dovuto ricevere in seguito a quell’episodio.

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