Charlie, dopo l’appello dei genitori i medici concedono più tempo
I genitori del piccolo Charlie hanno postato un videomessaggio, lanciando un ultimo appello che è stato ascoltato.”Morirà sapendo che lo abbiamo amato”, hanno detto in mattinata i genitori. Non è stato comunicato quando Charlie non sarà più tenuto in vita ma i genitori avranno più tempo. Il piccolo di dieci mesi è ricoverato da mesi al “Great Ormond street hospital” di Londra. È affetto da una rara malattia incurabile che lo fa soffrire. I genitori del bimbo hanno perso la battagli legale con la Corte europea dei diritti umani, negata la proposta di portare il figlio, a proprie spese, negli Usa, per sottoporlo a cure sperimentali. Con ciò, è stato negato anche ad un papà e una mamma di prendersi cura del proprio bambino e cercare di salvarlo.
Chris e Connie, papà e mamma di Charlie, dichiarano: “Noi e soprattutto Charlie siamo stati terribilmente abbandonati lungo tutto il processo”. I genitori ringraziano chi ha contribuito economicamente a sostenere loro figlio ed hanno deciso di passare le ultime ore con lui: “Ci lascerà sapendo di essere stato amato da migliaia di persone”.
La storia del piccolo Charlie
In Gran Bretagna si è creata un acceso dibattito a riguardo. Il piccolo, dopo otto settimane di vita, aveva iniziato a perdere peso in maniera preoccupante. I genitori si sono rivolti a dei medici, che hanno diagnosticato una rara malattia genetica: la sindrome di deperimento mitocondriale, che consiste nell’indebolimento dei muscoli fino a rendergli impossibile anche respirare. I genitori si sono opposti alla proposta dei medici di staccare la spina, ed il caso è finito in tribunale. I vescovi inglesi hanno definito “straziante” la scelta della Corte europea.
Giorgia Meloni: “Tentassero di farlo a me, dovrebbero passare sul mio cadavere
Anche in Italia, alcuni politici hanno detto la loro opinione sul caso Charlie. Giorgia Meloni non ha dubbi: “Tentassero di farlo a me, di staccare le macchine che tengono in vita mio figlio quando potrebbe esserci una speranza di curarlo, beh dovrebbero passare sul mio cadavere. E ora indignatevi, cari benpensanti, che tanto non sarete mai indignati come lo sono io ora”.