L’aspirina ha potenti effetti anticancro: uno studio lo conferma
L’aspirina potrebbe avere potenziali effetti anticancro. La scoperta secondo recenti studi a carattere scientifico. La ricerca, condotta dal Massachussets General Hospital e dall’Harvard Medical School, avrebbe ulteriormente confermato questa sua peculiarità.
La ricerca
L’ assunzione sistematica di aspirina, potrebbe ridurre l’incidenza di mortalità per tumore dell’11% per gli uomini e del 7% nelle donne.
Il suo principio attivo è l’acido acetilsalicilico. Oltre ad avere le sue tradizionali e riconosciute indicazioni antinfiammatorie potrebbe incidere positivamente su patologie croniche tumorali.
La sua benefica azione potrebbe incidere, dunque, in uno stato di infiammazione cronica. Ciò agevolerebbe gli errori del Dna e la conseguente proliferazione delle cellule tumorali.
La riduzione dei decessi riscontrata durante lo studio avrebbe riguardato soprattutto pazienti affetti da tumore al colon. Con un riscontro positivo del 31% per le donne e del 30% per gli uomini.
Un’aspirina al giorno …
L’assunzione dell’aspirina per la prevenzione del cancro, secondo gli esperti, dovrebbe avvenire quotidianamente ma a lungo andare potrebbe avere controindicazioni.
I possibili suoi effetti collaterali sarebbero riconducibili soprattutto a carico dell’apparato digerente e neurologico con possibili emorragie gastriche e a carico del cervello.
L’utilizzo del medicinale per la prevenzione delle neoplasie non è però indicato per tutte le persone, la raccomandazione riguarda infatti solo le persone predisposte allo sviluppo di malattie cardiovascolari.
Si è inoltre constatato che nelle persone già colpite dal tumore la probabilità di sviluppare metastasi si abbassa notevolmente e si riduce anche il tasso di mortalità.
Fra tutti gli studi vi riportiamo ad esempio i dati relativi a quello della Queen Mary University of London (Estimates of benefits and harms of prophylactic use of aspirin in the general population – doi: 10 1093 / annonc / mdu225) dove si è rilevato che un uso continuo del farmaco per almeno 10 anni riduce il rischio di tumore al colon del 35 per cento, e dell’esofago e stomaco del 30 per cento.
Gli esperti spiegano che non esistono dati conclusivi sull’efficacia del farmaco nella fascia di popolazione sotto i 50 anni. In età più avanzata, crescono troppo i rischi di emorragie.
Il medicinale è consigliato alle persone tra i 50 e i 69 anni con elevato pericolo di sviluppare malattie cardiovascolari.