Siria, attacco aereo con gas tossici: 72 morti, 20 sono bambini

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Aggiornato il bilancio delle vittime dell’attacco con gas tossici contro Khan Sheikhun, città siriana della provincia di Idlib. Il raid aereo ha fatto 72 vittime di cui almeno 20 sono bambini e 17 donne.

L’Osservatorio siriano dei diritti umani conferma che tanti civili stanno soffrendo per gli effetti dell’attacco. Fonti mediche segnalano problemi respiratori e sintomi come svenimento, vomito e bava alla bocca.

Gli ospedali sono saturi e non sono più in grado di accogliere altri intossicati a causa dell’inalazione dei gas tossici.

Tra i feriti ci sono anche membri dei Caschi Bianchi, il corpo di volontari che rischiano la vita per salvare i civili sotterrati dalle macerie.

La reazione di Damasco

Damasco ha subito smentito l’uso di armi chimiche, asserendo che l’esercito siriano «non le usa e non le ha usate, prima di tutto perché non le ha».

Un’indagine congiunta di Nazioni unite e osservatorio sulle armi chimiche aveva però in passato aveva accusato il governo di Damasco di attacchi con gas tossici.

Gli aerei da guerra avrebbero continuato a bombardare anche dopo l’attacco chimico. Colpita l’area di un centro medico dove le vittime venivano curate, ha dichiarato l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Il Cremlino fa sapere che «Nessun aereo russo ha condotto raid su Idlib».

Situazione drammatica

«Attacchi disumani del genere sono inaccettabili» fa sapere il presidente turco Erdogan.

«È un crimine contro l’umanità – ha commentato il ministro degli Esteri turco – quanto accaduto mette a rischio i colloqui di pace ad Astana».

«Un attacco orribile – fa sapere l’alto rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini – un drammatico promemoria del fatto che la situazione sul terreno continua ad essere drammatica».

Aiuti alla Siria dall’Ue

Martedì a Bruxelles si è aperta la conferenza internazionale di due giorni sulla Siria. I donatori prometteranno di versare miliardi di dollari di aiuti per i rifugiati siriani.  Secondo l’Unione europea si dovrebbe impegnare a contribuire a porre fine agli oltre sei anni di guerra.

Qatar e Kuwait si sono uniti a Ue, Norvegia e Nazioni unite come organizzatori di questa ultima conferenza internazionale dei donatori, che giunge dopo quelle di Berlino, Londra e Helsinki.

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