Tripoli, autobomba vicino all’ambasciata italiana: morti attentatori

Tripoli, autobomba vicino all’ambasciata italiana: morti attentatori

Un’ autobomba è scoppiata a Tripoli nei pressi dell’ambasciata italiana nel quartiere di Dahra sul lungomare, sembra che nell’esplosione abbiano perso la vita le due persone a bordo dell’auto. Secondo quanto riportato da fonti diplomatiche non ci sono danni all’ambasciata.

L’autobomba è scoppiata tra l’ambasciata italiana e quella egiziana vicino al Lybia Palace Hotel, di fronte al ministero della Pianificazione . La struttura diplomatica era stata riaperta solo 3 giorni fa dall’ambasciatore Giuseppe Perrone, primo diplomatico occidentale a tonare nella capitale libica.

Le indagini vogliono chiarire quale fosse il vero obiettivo dell’attentato. Secondo alcune fonti locali, tra cui il sito Libya Observer, il kamikaze voleva colpire proprio l’ambasciata italiana ma è stato costretto dal personale della sicurezza a spostare l’auto imbottita di esplosivo facendosi esplodere di fronte al Ministero della Pianificazione, a circa 400 metri di distanza.

Intanto arrivano le prime conferme anche dalla Farnesina che sottolinea come il dispositivo di sicurezza locale messo a protezione della cancelleria diplomatica si sia attivato immediatamente e con efficacia. Dopo l’incidente, le Autorità libiche hanno immediatamente e visibilmente rafforzato la sicurezza attorno alla nostra Ambasciata e alla Residenza dell’Ambasciatore Perrone. Il personale in servizio presso la sede diplomatica non è stato coinvolto dall’attacco.

Appena undici giorni fa l’ambasciatore Giuseppe Perrone aveva presentato le credenziali al governo di unità nazionale libico, riaprendo la sede diplomatica, la prima di un Paese occidentale. Tale scelta, compiuta per marcare il carattere strategico delle relazioni italo-libiche, aveva scatenato le proteste di Tobruk, il governo de facto dell’est del Paese ostile a Tripoli, che aveva parlato di «nuova occupazione» italiana. Il possibile attentato contro la nostra sede, quindi, potrebbe suonare come un primo avvertimento all’Italia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *